I risultati di una ricerca di Matteo Borrini dell’università di Liverpool e Luigi Garlaschelli del Cicap, pubblicata sul Journal of Forensic Sciences 2018 con il titolo “A BPA Approach to the Shroud of Turin” in cui si afferma che la metà delle macchie di sangue impresse sulla sindone non sarebbero compatibili con la postura di un uomo crocifisso ed altre non troverebbero riscontro di posizione sia sulla croce sia sul sepolcro, ha fatto velocissimamente il giro del mondo con la chiara finalità di dimostrare la falsità del Sacro Telo. Per la verità, questi risultati non sono nuovi, essendo già presenti su Youtube dal 2014 e in una versione più lunga dal 2015 come da loro ammesso. Una prassi piuttosto strana.
Il parere di tre esperti
Mentre i media mondiali e anche quelli italiani hanno attribuito abbondante credito a Borrini e Garlaschelli che non hanno mai partecipato a team di scienziati che hanno studiato la Sindone, noi domandiamo un parere sulla ricerca a coloro che del Sacro Lino hanno una profonda conoscenza avendo studiato per anni giungendo a una conclusione sgradita a molti: il Sacro Telo è autentico.
Prof. ssa Emanuela Marinelli, laureata in scienze naturali e geologiche oltre che sindonologa di fama mondiale: “Di scientifico non c’è nulla. E’ un criterio scientifico prendere un manichino di quelli che si usano per i vestiti delle vetrine dei negozi e con una spugna imbevuta di sangue artificiale fissata su un pezzo di legno premere sul lato destro del fantoccio per vedere dove cadono i rivoli di sangue? Questa roba non ha il rigore di altre indagini come quelle realizzate ormai quarant’anni fa su cadaveri di uomini morti per emopericardio (come presumibilmente Gesù ndr), posizionati in verticale e punti con un bisturi fra la quinta e la sesta costala, come fece la lancia del soldato romano. Prove che ebbero risultati diversi da quelli di Borrini e Garlaschelli” (VaticanNews, 17 luglio 2018).
Prof. Bruno Barberis, professore all’università di Torino e Coordinatore del Comitato scientifico del Centro Internazionale di Sindonologia: “La tecnica usata non è riconosciuta a livello scientifico e in Usa ha già causato diversi errori giudiziari. Studiare il comportamento del sangue, significa conoscerne le caratteristiche. Per di più nella Sindone dobbiamo tenere in considerazione anche le peculiarità del telo su cui è poggiato il corpo. Quindi le variabili da valutare sono molteplici” (Aleteia, 17 luglio 2018).
Prof. Paolo Di Lazzaro, direttore di ricerca dell’Enea e vicedirettore del Centro Internazionale di Sindonologia: “Le misure delle colature di sangue in laboratorio sono effettuate usando un volontario in buone condizioni di salute sulla cui pelle pulita si è versato sangue fluido contenente un anticoagulante. Queste condizioni sono molto diverse da quelle presenti sulla Sindone: non tengono infatti conto della presenza sulla pelle dell’uomo della Sindone di terriccio, sporcizia, sudore, ematomi da flagellazione e nemmeno della accentuata viscosità del sangue dovuta alla forte disidratazione. Non è possibile pensare di riprodurre condizioni realistiche delle colature di sangue sul corpo di un crocifisso senza considerare tutti questi fattori che vanno a influenzare in modo importante il percorso delle colature di sangue. Inoltre, in un esperimento del genere è quasi impossibile tenere conto degli spasmi del moribondo e degli effetti che essi hanno sulla tensione della pelle” (Avvenire, 17 luglio 2018).
Conclusioni
Per la Marinelli: “Basta pagare e le ricerche si fanno. E si trova pure chi te le pubblica. E’ innegabile che dietro ad alcune di esse si nascondono gruppi che vogliono far credere che la Sindone sia un falso storico. Un esempio per tutti: esiste un bel documentario che si chiama ‘La notte della Sindone’. Questo documentario non è stato mai trasmesso dalla Rai perché contiene un’affermazione che forse a qualcuno non piace. E questa affermazione è rappresentata da una lettera su carta intestata della Curia di Torino che il cardinale Anastasio Ballestrero, all’epoca custode della Sindone, inviò al suo consulente scientifico, l’ingegner Luigi Gonella, con la quale sosteneva con decisione che nella faccenda della datazione del carbonio 14 (poi confutata da diverse ricerche successive), c’era stato lo zampino della massoneria che voleva a tutti i costi dimostrare che la Sindone fosse di epoca medievale” (VaticanNews, 17 luglio 2018).
Per Barberis: “L’impressione è di una ricerca superficiale e approssimativa; quasi la ricerca ossessiva di uno scoop che non c’è” (Aleteia, 17 luglio 2018).
Ha affermato il cardinale G. Biffi: “per un cattolico, scoprire che la Sindone sia falsa non cambia nulla. Tutto cambia, invece, per un ateo”.
Don Gian Maria Comolli
P.S. Dimenticavo: la ricerca è stata finanziata da un’associazione di atei e agnostici: Il comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale.