Ogni giorno seguo “Zapping” un programma serale di Radio Uno condotto con professionalità e obiettività da Giancarlo Loquenzi che approfondisce, intervistando alcuni esperti, gli eventi della giornata o temi di attualità.
Lunedì 30 luglio la puntata fu condotta da Carlo Cianetti essendo Loquenzi in ferie, e senza motivazioni particolari, un ospite fu l’avvocata Filomena Gallo segretaria dell’Associazione Luca Coscioni che per oltre dieci minuti pontificò, senza nessun contradditorio, attorno ad argomenti bioetici offrendo una lettura totalmente soggettiva di alcuni fatti. Avendo il conduttore commesso “l’errore” di proporre un unico “punto di vista”, quello dell’Associazione Coscioni, mi sento autorizzato a contestare e smentire alcune tesi sostenute dalla Gallo.
L’Associazione Luca Coscioni è promotrice nel contesto societario di “una cultura della morte”, ed acquistò visibilità buttandosi come un falco sul dramma di alcuni malati vergognosamente strumentalizzati e sfruttati. Ultimi casi furono il suicidio assistito di Fabio Antoniani (Dj Fabo) con la collaborazione di Marco Cappato e il termine della vita di Ripa di Meana. In altre parole, questa Associazione, ha egregiamente saputo presentare delicatissime questioni puntando sul sentire emotivistico e pietistico che facilmente fa presa sulla cosiddetta “pubblica opinione”.
Dopo questa doverosa premessa ritorniamo alla trasmissione.
Quattro i temi messi a fuoco.
1.Parlando delle finalità dell’Associazione la Galli ha più volte ribadito il rilievo delle “libertà civili e dei diritti umani”. Peccato che predica bene ma razzola male. Infatti, a fronte del riconoscimento del Ministro Lorenzin che nella legge delle DAT era stata “scordata” l’obiezione di coscienza per il medico (diritto riconosciuto a livello internazionale e nazionale) affermò: “Il ministro Lorenzin deve garantire l’applicazione di una legge di Stato di cui è lei stessa ministro. Il biotestamento non prevede l’obiezione di coscienza. I medici che sceglieranno di andare in questa direzione saranno perseguibili per aver violato la legge”. Strano modo di riconoscere i diritti altrui!
2.Il dogmatismo nell’affermare che la “pillola del giorno dopo” è un farmaco contraccettivo e non abortivo mentre il parere del mondo scientifico è discorde.
3.L’insufficienza di medici non obiettori complica o ostacola la pratica dell’aborto. L’ex Ministro della Sanità nella relazione 2016 al Parlamento sulla legge 194/78 era di parere opposto. Scrisse la Lorenzin: “Notiamo un aumento in numero assoluto dei ginecologi non obiettori negli ultimi due anni, e una sostanziale stabilità del numero dei non obiettori nel corso dei quasi 40 anni di applicazione della legge, a fronte di un più che dimezzamento delle IVG. A conferma di ciò, i dati suggeriscono che, nella maggior parte di questi casi, il numero dei non obiettori risulta superiore a quello necessario a rispondere adeguatamente alle richieste di IVG, e quindi una parte dei non obiettori viene assegnata ad altri servizi”(p. 52 della Relazione). (Aborti 1979: 187.752; aborti 2016: 59.423).
4.E, per concludere, un accorato appello affinché i nuovi governanti s’impegnino a legiferare a favore del suicidio assistito e dell’eutanasia.
Caro Cianetti, da collega, le ricordo che di fronte a temi complessi e delicati sono fondamentali il rigore logico delle argomentazioni razionali e la costante ricerca della verità oggettiva. Non lo dimentichi la prossima volta.