I partiti che hanno proposto il progetto di depenalizzazione dell’aborto bocciato in senato hanno attribuito la resistenza degli oppositori alla legge all’influenza della gerarchia cattolica, in realtà è stato il popolo credente, attraverso le sue distinte espressioni religiose e politiche che ha onorato le tradizioni storico-culturali e religiose dell’Argentina affrontando decisamente il progetto criminale dell’Internazionale della morte. Una vittoria della sovranità contro le elites plutocratiche.
Il progetto di depenalizzazione dell’aborto in Argentina è stato bocciato dal Senato. Ribaltata dunque la decisione della Camera dei deputati del 14 giugno scorso. All’alba di ieri il progetto è stato rifiutato dalla maggioranza dei senatori per 38 voti contro 31 e 2 astensioni.
Contrariamente a quanto accaduto nella camera bassa già nei giorni scorsi la maggior parte dei legislatori aveva deciso il suo voto di rifiuto del progetto che aveva “contraddizioni giuridiche realmente insostenibili”: fino ad affermare nell’articolo 7 che “l’aborto è un diritto” se si realizza volontariamente durante le prime 14 settimane di gestazione – in aperta opposizione al riconoscimento dell’esistenza della persona fino al momento stesso del concepimento da parte della Costituzione nazionale. Ma anche affermando nell’articolo 1 che “l’aborto è un crimine” se si realizza volontariamente senza cause che lo giustifichino dopo la 14esima settimana. E ancora: presentava vuoti giuridici irrisolvibili che avrebbero di fatto tolto di mezzo la figura del genitore maschio, compromettendo profondamente il vincolo matrimoniale dato che, stabilendo che l’aborto è un diritto esclusivo e assoluto della donna, escluderebbe del tutto la posizione del padre.
Politicamente, il progetto di legalizzazione dell’aborto è stato promosso tutti gli anni in Argentina a partire dal 2005, con l’appoggio fondamentale, non solo ideologico e politico ma anche finanziario delle organizzazioni non governative britanniche e statunitensi. La Fondazione Ford, il Consiglio sulla popolazione (della Famiglia Rockefeller), La Fondazione Tinker, LA Federazione Internazionale di Pianificazione della Famiglia (IPPF), la Fondazione Open Society di Soros. Si tratta di realtà di proprietà di poteri plutocratici che hanno permesso alle organizzazioni non governative argentine di diffondere il progetto antinatalista e abortista le quali hanno anche contato su fondi pubblici nazionali e provinciali. In poche parole: in Argentina, la politica abortista è stata veicolata e promossa da interessi imperialisti stranieri, legati ai grandi capitali finanziari internazionali, concentratori dell’economia e speculatori improduttivi, promotori di povertà per la maggior parte della popolazione.
In ultima istanza, questa era ed è la discussione fondamentale che è stata affrontata nel Congresso Nazionale, più della legge in questione: la sottomissione dell’Argentina al piano antinatalista della plutocrazia finanziaria angloamericana o la affermazione di valori culturali, spirituali e politici che definiscono la personalità storica del popolo argentino.
E’ per questo motivo che da quando il progetto dell’aborto è stato approvato alla Camera le popolazioni dell’interno del Paese hanno cominciato a manifestare pubblicamente nelle vie delle città e delle province, per far sapere ai senatori che le rappresentano che la maggior parte del popolo argentino rifiuta questo tipo di iniziative che pretendono di istituzionalizzare politiche pubbliche basate sullo spargimento di sangue innocente per edificare la società.
Fondamentale in questa manifestazione è stato l’appoggio della Chiesa cattolica e della Chiesa Evangelica, di fronte all’incapacità delle forze politiche di assumere un ruolo da protagoniste. IN questo senso la fede del popolo è stata fondamentale per affrontare nelle strade il subdolo impatto dell’imperialismo internazionale.
Importante poi la tenuta di quei professionisti, medici, avvocati docenti e politologi che si sono raggruppati spontaneamente in organizzazioni libere dall’ingerenza statale con l’obiettivo di essere una presenza attiva nella vita politica del Paese.
I partiti che hanno proposto il progetto di depenalizzazione dell’aborto – in realtà di introduzione della pena di morte – hanno attribuito la resistenza degli oppositori alla legge all’influenza della gerarchia cattolica, in realtà è stato il popolo credente, attraverso le sue distinte espressioni religiose e politiche che ha onorato le tradizioni storico-culturali e religiose dell’Argentina affrontando decisamente il progetto criminale dell’Internazionale della morte. Sotto l’accompagnamento della gerarchia religiosa solo nelle ultime settimane, perché inizialmente avevano ricevuto la consegna di non “sollevare le onde” (smuovere le acque ndr.) e lasciare l’iniziativa in mano ai fedeli.
La stessa cautela è stata adottata per la quasi totalità dai dirigenti delle organizzazioni sociali per non provocare divisioni interne tra le fila.
Resta da vedere se questa affermazione della personalità del popolo argentino e la sua libertà dai poteri internazionali che lo hanno ricolonizzato dal 1976 possa ora trovare un canale politico che gli consenta di forgiare e raggiungere l’autonomia politica, nel contesto di un sistema sociale ed economico serio sempre più preoccupante e di una leadership che non è all’altezza di quanto sostiene i tempi in cui viviamo.
Questa è la sfida di fondo che affronta la Nazionale Argentina: forgiare il suo destino storico a partire dalle tradizioni e i suoi valori umanisti e cristiani o sottomettersi ai diktat dell’imperialismo internazionale dei soldi e convertirsi in una triste colonia del Nuovo Ordine Mondiale.
Come disse monsignor Michael Schooyans, autore di questa previsione in un viaggio nel luglio ’97 a Buenos Aires: “in Europa stiamo guardando dove sta andando l’Argentina, e, ovunque vada, lì andrà tutta l’America… e non sto parlando solo della Chiesa argentina, ma del paese nel suo complesso”.
Il popolo argentino si è alzato in piedi per difendere la vita. Sicuramente l’America si unirà attorno a questo ideale, fondamentale per configurare una società libera. Giusta, sovrana e degna.
Josè Arturo Quarracino
La Nuova Bussola Quotidiano, 10 agosto 2018