Cento scienziati, provenienti da quaranta Nazioni, partecipano alla 51.esima sessione dei Seminari internazionali di Erice sulle emergenze planetarie, presso il Centro di cultura scientifica Ettore Majorana.
“La scienza deve diventare il motore delle scelte dell’uomo, questo è l’unico modo per superare le emergenze planetarie”. Così il professor Antonino Zichichi, presidente dei Seminari di Erice, nell’illustrare l’importanza della tematica al centro della 51.esima sessione degli incontri internazionali. “Abbiamo realizzato cento progetti pilota per dimostrare che tali emergenze possono essere superate, che una soluzione c’è”, ha aggiunto lo scienziato, spiegando come tutto dipenda “dalla volontà politica”.
Le emergenze planetarie come le bombe H degli anni ‘80
“Nel 1985, a Ginevra, Reegan e Gorbaciov resero famosa Erice nel mondo – ricorda Zichichi nel corso dell’intervista concessa a Radio Vaticana Italia – dissero esattamente quello che dicevamo noi: il nemico numero uno di allora erano le bombe H (all’idrogeno, ndr)”. “Qual è il nemico numero uno di oggi? Le emergenze planetarie! Da esse dipende il futuro del mondo”: conclude il professore.
Il seminario internazionale di Erice
Il mondo della scienza dunque si riunisce ad Erice. Un appuntamento che negli anni è diventato tradizione. Il presidente Zichichi nel dire che saranno “73 le emergenze planetarie di cui si discuterà in questi giorni” nel comune siciliano in provincia di Trapani, lancia un appello al mondo della politica: “Tutti i parlamenti dovrebbero parlare di queste cose”. E cita come esempio virtuoso la Polonia.
Andrea De Angelis
VaticanNews, 20 agosto 2018