Entro la fine di agosto tutte le diocesi della Cina devono presentare all’Associazione patriottica nazionale (Ap) e al Consiglio dei vescovi (Cdv) un piano quinquennale (2018-2022) su come possono attuare la sinicizzazione, voluta da Xi Jinping. Il Piano quinquennale nazionale aggiunge al controllo fisico sui membri della Chiesa (vescovi, sacerdoti, laici), anche il controllo su cultura, teologia, dottrina sociale, arte, architettura, liturgia. Un documento politico e non religioso: Gesù Cristo è citato solo una volta; l’Associazione patriottica è citata 15 volte. Il tema sinicizzazione è stato lanciato da XiJinping già nel maggio 2015. Dopo un’analisi della situazione, in cui il Partito comunista cinese teme di fare la fine dell’Urss, il 20 maggio 2015, in un incontro con il Fronte unito, Xi ha decretato che le religioni debbono “sinicizzarsi” se vogliono continuare a vivere in Cina. Leggi
Parla il presidente dell’Associazione nazionale magistrati. Contro la corruzione no all’agente provocatore. E sulla mafia: resti il rito abbreviato o i boss saranno scarcerati. Leggi
Ho incontrato per la prima volta Jorge Mario Bergoglio nel 1980. Era il tempo subito dopo la III Conferenza dell’episcopato latinoamericano (Celam) di Puebla. Giovanni Paolo II era andato a dare un giudizio differenziato sulla teologia della liberazione. Aveva approvato la decisione di fare una teologia latinoamericana, a partire dall’esperienza di fede del popolo (e del povero) latinoamericano. L’avvenimento di Cristo è unico ed irripetibile, è accaduto in Palestina circa 2000 anni fa. Esso però si ripete nella storia della santità della Chiesa. In questo modo la Chiesa, rimanendo sempre universale, diventa particolare, nazionale. A Giovanni Paolo II piaceva l’idea di una teologia che pensasse la storia dell’America Latina. Lui stesso dirà, poco dopo Puebla, che non si può pensare senza Cristo la storia della Polonia. Solo in Lui e con Lui essa diventa una storia di salvezza. Perché dunque non pensare in Cristo e con Cristo la storia dell’America Latina? Leggi
“Per il bene di un pastore, stanno arrivando al punto di rompere le relazioni con la Turchia”, dice il portavoce del presidente turco Erdogan, Ibrahim Kalin. Già dice tutto sul diverso valore attribuito alla persona e alla sua libertà negli Usa e in Turchia e riassume bene l’origine di questa crisi, che è prima religiosa, poi politica infine economica. Leggi
Autumn viene al mondo a 22 settimane e 6 giorni, sua mamma chiede aiuto ai medici che le rispondono che sopravvivendo rischierebbe di vivere da disabile. La donna replica che altri bambini sono sopravvissuti alla 22/23esima settimana, ma quando la piccola nasce «ansimava cercando aria, ma la lasciarono morire soffocata». Leggi
I coniugi Driscoll si sono opposti ai medici che hanno sospeso i farmaci alla figlia Melody: «Piangeva guardandoti per dire: perché non mi aiuti? Il nostro timore era di una morte per il dolore e così è stato». Dopo i funerali hanno dichiarato che «se ci avessero ascoltato, lei sarebbe ancora qui». Complice anche il silenzio di chi crede di uscirne dialogando. Leggi
Il Rettorato dell’Università statale Bicocca di Milano ha inviato a tutti i suoi studenti questa comunicazione: “Care studentesse e cari studenti, L’Università Milano-Bicocca partecipa attivamente allo sviluppo della società attraverso la promozione culturale e civile della persona e l’elaborazione di una cultura fondata sui valori universali dei diritti umani, della pace e della solidarietà. Ripudiamo ogni atto di violenza, odio e discriminazione. Affermiamo il diritto all’autodeterminazione di ogni persona e crediamo che una società veramente civile non debba impedire alle persone di realizzarsi pienamente in ogni aspetto della vita. Leggi
La bimba che durante la sua grave malattia esclamava “Gesù, quanto sei buono!” sta rivoluzionando le cliniche abortive. Leggi
La morte in Olanda per eutanasia di Aurelia Brouwers, depressa, ha suscitato la ferma reazione della Società italiana di neuroetica: da noi per i medici sarebbe reato di omicidio del consenziente. Leggi
In 35 villaggi lungo il fiume Khabur viveva un’antica comunità assira. Dopo l’invasione dell’Isis, sono tornati in pochi: «Ora abbiamo una sola chiesa e non ci sono più ragazze da sposare». Leggi