Se è vero che la Chiesa è, come dice papa Francesco, un «ospedale da campo» che deve occuparsi anche dei corpi, è altrettanto – se non più – vero che la sua missione primaria è prendersi cura della salvezza delle anime e dei bisogni spirituali dei credenti secondo la parola di Gesù: «non di solo pane vive l’uomo». Per aiutarci a ricordare questa dimensione trascendente, l’Aldilà ci invia dei «segni», a volte grandi e vistosi (i miracoli, le apparizioni), a volte piccoli e privati, che spesso trascuriamo di interpretare, preferendo parlare di «coincidenze», di «casualità», magari di «eventi bizzarri». Dunque, non è che il Cielo non ci parli: siamo noi a essere sordi. E non è che Dio non si mostri: siamo noi a essere ciechi. In pagine singolari e avvincenti, in cui si scopre l’atmosfera della confessione personale, Vittorio Messori racconta – non certo da visionario ma da cronista legato ai fatti oggettivi e da studioso razionale qual è – alcuni «segni» ricevuti nel corso della vita.
(Mondadori, pp. 143, €. 17)