“Così Gesù mi ha rivelato l’errore della vita omosessuale”

By 14 Novembre 2018Gender

Dopo le parole del sinodo sulle “pastorali omosessuali” che puntino all’ascolto empatico e sulla necessità di maggiori riflessioni antropologiche sulla sessualità, viene da chiedersi dove sia finito il metodo scelto da Cristo per incontrare l’uomo. A spiegarlo è un giovane cantante di X-Factor che dopo aver ricevuto una rivelazione da Gesù ha abbandonato il peccato omoerotico.

Sarebbe bello poter chiedere direttamente a Gesù Cristo che cosa ne pensa della sua Chiesa quando scrive che «questioni relative al corpo, all’affettività e alla sessualità…hanno bisogno di una più approfondita elaborazione antropologica, teologica e pastorale, da realizzare nelle modalità e ai livelli più convenienti, da quelli locali a quello universale». E che occorre una pastorale per omosessuali che punti «sull’ascolto empatico, l’accompagnamento e il discernimento».

Non è che dal Vangelo non si capisca che il metodo di Cristo e della sua Chiesa non è mai stato questo (piuttosto che perdersi in discorsi complicati Lui e gli apostoli preferivano con poche parole richiamare l’uomo a Dio), però una conferma, una parola chiara da Lui in questo momento di confusione sarebbero certamente un conforto. Ma forse il Signore lo sa se nella sua immensa misericordia ha usato un giovane convertito per ribadire al mondo cosa sia la proposta cristiana.

Il suo nome è Mattehew Grech, cantante rap concorrente dell’ “X Factor” maltese, le cui parole hanno turbato così tanto il pubblico educato ad accettare unicamente il politicamente corretto (che la realtà fa troppo male) da portare non solo la produzione del programma tv ma perfino il governo maltese a prendere le distanze da lui. Ma che cosa ha detto Grech di tanto pericoloso da fare il giro del mondo? Forse che crede in Dio? Figurarsi. Forse che è religioso? No di certo, che queste cose sono ben accetta dalla spiritualità modaiola del dio “fai-da-te”.

Il giovane nel video di presentazione del programma ha invece raccontato che «vivevo uno stile di vita omosessuale ma poi ho trovato Dio. Per un lungo periodo di tempo smisi di seguire le mie passioni per andare dietro a Gesù», sottolineando che certo «ci può essere amore tra due uomini e due donne, sì, ma solo nell’amicizia. Il resto è peccato». Chiaramente l’ultima parola, che ricorda che Dio non è riducibile alle voglie umane, ha destato indignazione, portando l’esecutivo del paese a ricordare che «mentre il governo condanna tutti questi commenti omofobi, trasmettere questo messaggio senza mettere in evidenza i danni causati dalla terapia riparativa è dannoso». Peccato che qui di terapie riparative non si parli affatto.

Infatti Grech è cambiato su richiesta diretta da parte di Dio. Un po’ come quando il giovane ricco, alla domanda “che cosa devo fare per avere la vita eterna?” si sentì rispondere: “Vendi tutto quello che hai e seguimi!”. Nel filmato il cantante chiarisce che era già «una persona abbastanza spirituale, stavo cercando la verità per la mia vita». Così, vedendo il cuore sincero del giovane, il Signore gli ha voluto rispondere con la sua grazia: «Ebbi una rivelazione personale su chi è Gesù Cristo e ho deciso di seguirLo, di dargli tutta la mia vita», perché «è così reale nella mia vita che vale la pena lasciare ogni cosa per conoscerLo meglio». Queste parole sono molto eloquenti perché fanno capire che la proposta d’amore di Gesù (e quindi della Chiesa) non è solo un comportamento da mutare, un comando particolare, un dialogo, un compromesso, ma una vita radicalmente nuova. Dio vuole l’uomo felice, perciò gli chiede di vivere insieme a Lui un’esistenza nella sua volontà, il che esclude ogni forma di peccato vissuto come norma.

È questo che la Chiesa dovrebbe proporre, Gesù Cristo e la comunione di vita con Lui, non dei pezzi, non un po’ di fede e un po’ di mondo, non un dibattito. E dovrebbe farlo senza preoccuparsi della risposta, perché l’alternativa è lasciare che l’uomo viva schiavo dei propri beni o vizi finiti. Come fu per il giovane ricco, che se ne andò triste avendo deciso di non seguire Cristo perché era troppo attaccato a ciò che possedeva. Certo, il Signore deve aver sofferto per quel rifiuto, ma non per questo prese in giro il giovane mentendogli sul fatto che sarebbe potuto essere felice anche continuando a gestire la sua vita come voleva.

Perciò, pensando alle parole del sinodo sul dialogo e sull’ascolto di chi ha visioni differenti, necessari a cammini pastorali destinati a coloro che non cercano la Chiesa per assimilarsi a Cristo ma per presentarle le proprie idee e pretese, non viene in mente nulla di cristiano. Né tanto meno può esserlo la divisione fra dottrina, verità, magistero e pastorale, dove teoricamente la prima non cambia ma nella prassi viene dimenticata.

Non a caso Grech ricorda l’incontro con Gesù così: «Dopo aver trovato la mia fede in Cristo, ho apprezzato l’ordine che Dio ha creato», come «ha creato il matrimonio tra uomo e donna» per cui «tutto ciò che esce dal contesto del matrimonio non è la volontà di Dio, e quindi rientra nella categoria del peccato…L’amore sessuale è riservato solo all’uomo e alla donna sposati in Cristo. Questo messaggio non è indirizzato a coloro che non vogliono Dio nella loro vita. Questo messaggio è indirizzato a coloro che desiderano camminare nella giustizia di Dio». Perché, che piaccia o no, Dio non mente ai suoi figli abbandonandoli alla menzogna piuttosto di tenerseli vicini, ma si propone e ripropone continuamente senza mezzi termini. E poi li lascia liberi.

Benedetta Frigerio

31 ottobre 2018

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