Più doloroso di qualsiasi cosa sulla Terra, ma più pacifico di qualsiasi altro luogo tranne il Paradiso.
Nel suo insegnamento ufficiale la Chiesa non dice molto su come sia davvero il Purgatorio, ma possiamo trarre grandi insegnamenti dagli scritti di santi e teologi.
1- È un luogo di sofferenza e gioia intense. Santa Caterina da Genova, che si dice abbia sofferto il dolore del Purgatorio sulla Terra, ha affermato che “in Purgatorio c’è tanto dolore quanto all’Inferno” (Trattato sul Purgatorio). Come i dannati, le anime lì soffrono la fame per il Dio che non vedono ancora – come un uomo affamato desidera sempre più il pane che non ha (per usare l’immagine di Santa Caterina) –, e soffrono per il fuoco che “sarà più doloroso di qualsiasi cosa l’uomo possa patire in questa terra” (Sant’Agostino, Sul Salmo 37, 3).
Si dice che Santa Caterina de’ Ricci abbia sofferto 40 giorni per un’anima in Purgatorio. Quando una novizia le toccò la mano disse: “Madre, sta bruciando!”
Santa Caterina da Genova insegnava anche che “le anime in Purgatorio uniscono grande gioia a grande sofferenza. Nessun tipo di pace è paragonabile a quella delle anime in Purgatorio, se non quella dei santi in Paradiso”.
In Purgatorio c’è un flusso misterioso di gioia e dolore, afferma il domenicano padre Reginald Garrigou-Lagrange, perché la sofferenza è temporanea e porta in Paradiso. Più le anime amano Dio, più soffrono non vedendolo; più soffrono, più gioia e amore hanno nell’avvicinarsi a Lui.
2- È un luogo di purificazione e misericordia. Ricordate la parabola dell’uomo che andò alla festa di matrimonio del re senza indossare un abito nuziale (Matteo 22, 1-14)? L’abito nuziale è la vita di grazia di cui abbiamo bisogno per entrare al banchetto del Paradiso. Immaginate ora che l’uomo arrivi indossando l’abito nuziale ma che questo sia tutto sporco. Cosa direbbe il re? Magari qualcosa del tipo: “Non entrerà in essa nulla d’impuro” (Apocalisse 21, 27).
Nell’Antico Testamento, Giuuda Maccabeo faceva pregare i suoi uomini per i defunti e chiedeva che venisse offerto un sacrificio espiatorio per loro: “Poi fatta una colletta, con tanto a testa, per circa duemila dramme d’argento, le inviò a Gerusalemme perché fosse offerto un sacrificio espiatorio, agendo così in modo molto buono e nobile, suggerito dal pensiero della risurrezione” (2 Maccabei 12, 43). Ciò presuppone un luogo di purificazione dopo la morte – il Purgatorio.
Molti Padri della Chiesa pensano che San Paolo alludesse al Purgatorio quando scrisse del fatto di costruire sulle basi di Gesù con oro o argento, legno o paglia: “Il fuoco proverà la qualità dell’opera di ciascuno… se l’opera finirà bruciata, sarà punito: tuttavia egli si salverà, però come attraverso il fuoco” (1 Corinzi 3, 13, 15). Paglia e legno non sono andati molto bene per i tre porcellini, ma Dio, nella sua misericordia, non esige oro!
È positivo, perché padre Garrigou-Lagrange afferma che “le anime che sfuggono completamente al Purgatorio sono probabilmente piuttosto rare. Tra i buoni religiosi che conosceva Santa Teresa, solo tre avevano completato il loro Purgatorio sulla Terra” (La vita eterna e la profondità dell’anima, p. 194).
3- È un luogo da evitare. I santi ci hanno ripetutamente incoraggiato a vivere il nostro Purgatorio sulla Terra.
In How to Avoid Purgatory, padre Paul O’Sullivan ci offre questi suggerimenti per evitare il Purgatorio:
-evitare il peccato
-fare penitenza
-accettare la sofferenza
-accostarsi spesso a Confessione e Comunione
-pregare con fede e perseveranza
prepararsi alla morte: “Eterno Padre, da oggi accetto con cuore gioioso e rassegnato la morte che vorrai inviarmi, con tutto il suo dolore e la sua sofferenza”
-guadagnare indulgenze
Come ci ricorda padre Garrigou-Lagrange, raggiungere la santità sulla Terra è possibile – e normale – per chiunque.
Paul E. Cator | Nov 02, 2018