Una professoressa alle prese con l’ennesimo opuscolo gender distribuito in classe e le accuse dei suoi colleghi che arrivano a isolarla. Il libro di Francesco Pieri Ore 10: Educazione alla Salute specchio di una società e di una scuola ormai corrotte.
Vi ricordate le interviste di qualche anno fa in cui si dichiarava a gran voce che la teoria del gender non esiste? E di quel ministro dell’istruzione che aveva persino parlato di “truffa culturale” in riferimento all’introduzione nelle scuole pubbliche di insegnamenti LGBTQ? Bene, queste ed altre prese di posizione, sostenute dai principali influencer del periodo, avevano ottenuto l’effetto mediatico di bollare chi la pensava diversamente come una frangia sovversiva ed integralista, formata da gruppi di fanatici cattolici ultra-tradizionalisti.
Anch’io, che mi sento tutt’altro che tradizionalista né fanatico, avevo ricevuto delle critiche da alcuni fratelli nella fede che mi tacciavano di allarmismo: “Non incontro per strada alcuna teoria del gender”, “stai un po’ esagerando”, ecc. Un amico insegnante mi aveva proprio detto: “Non c’è alcuna colonizzazione ideologica nella scuola”, ignorando che questa era l’esatta espressione utilizzata dal Papa nella celebre intervista rilasciata al termine del viaggio nelle Filippine. Come in altri campi del sapere e della morale, questo atteggiamento imprudente, secondo cui “non ci sono nemici, ma siamo tutti dialoganti”, porta a sottovalutare i pericoli ed i mali che invece assediano non solo la vita del cristiano, ma anche semplicemente quello dell’uomo ragionevole.
Lo attesta con estrema semplicità un libretto davvero formidabile di Francesco Pieri, Ore 10: Educazione alla Salute – Quando la scuola ignora la famiglia. In un’ottantina di paginette, scorrevoli e leggere, viene raccontata la vicenda della professoressa Eleuteria Paoli, docente di Latino nel liceo “Pinco Pallino” di quella città “non troppo lontano dalla casa di chiunque”. Non si tratta di un racconto di fantasia, ma della cronaca di una vicenda accaduta realmente ad una docente che desidera rimanere anonima perché ha avuto la pessima idea di porre una domanda. Sì, avete capito bene.
La professoressa si macchia della colpa grave di porre una domanda ai colleghi, dopo che tra le sue mani è caduto uno degli opuscoletti che il Consultorio di zona aveva distribuito ai suoi alunni, durante uno di quegli incontri con “gli esperti” di “educazione alla salute” che ogni scuola di ordine e grado ormai inserisce all’interno della propria offerta formativa. L’opuscoletto, distribuito a ragazzi di quattordici anni assieme ad un preservativo in lattice, s’intitola: “Il sesso è bello…se è sicuro!” e – se avrete la curiosità di leggere questo libro avvincente come un romanzo – scoprirete che illumina gli adolescenti con le ultime scoperte della scienza: che l’omosessualità è del tutto “normale”, che la gravidanza è un “guaio” da cui premunirsi (tanto che viene trattata nello stesso capitolo delle malattie sessualmente trasmissibili), che l’atto sessuale certifica il passaggio dall’infanzia all’età adulta (ed invita, quindi, a diventare grandi)… Non sorprende, dunque, il giudizio della professoressa: “Devo capacitarmi di avere inviato i ragazzi ad un corso di erotismo, in nome della scuola e dunque anche mio” (p. 24).
Ma se pensate che a quel punto la Paoli abbia squillato la tromba della battaglia, in difesa della verità e della libertà, vi sbagliate di grosso. Per due motivi. Primo perché, da vera cattolica, è “mite ed umile di cuore”, e dunque chiede, si informa, cerca di capire. Il suo primo istinto non è la lotta ideologica, ma interrogare la realtà che sa essere ben più grande di una sua misura, per quanto giusta. Dunque fa una semplice proposta ai colleghi: “Leggetelo e magari parlatene anche voi con loro [gli studenti]. E poi riparliamone insieme al prossimo consiglio…”. Una proposta che sottintende una domanda: condividiamo assieme i contenuti che vengono passati ai nostri ragazzi? “Non esiste niente di più incomprensibile della risposta a una domanda che non si pone”, scriveva il teologo Niebuhr. Il quesito della Paoli risulta, per il corpo docente, assolutamente inconcepibile, e non va posto. Anzi, suona come un insulto per degli adulti post-sessantottini.
Non ci può essere alcun dubbio sulla bontà dell’educazione sessuale! Ecco allora illuminarsi il secondo motivo che ci permette di capire perché la professoressa non si sia indignata, né armata, ma abbia semplicemente avanzato una timida ed ingenua proposta. Perché era infarcita di quella falsa convinzione per cui il nemico non esiste, che il mondo è formato solo da opinioni diverse con cui dialogare. Cade dunque dal pero quando riceve sul naso delle vere e proprie bastonate da parte dei colleghi e della dirigenza (non da qualche genitore, però, e questo fa riflettere): invettive, calunnie, minacce e mobbing. A poco servono – almeno in quei contesti (poi il futuro…chissà!) – le giuste argomentazioni, né la testimonianza pacata di una serietà realmente vissuta. Non si può dialogare con chi non vuole il confronto, ma l’annientamento.
Bisogna ricordarsi, infatti, che l’ateismo è solamente un mito: l’ateo è tanto religioso quanto il credente, anzi, forse di più. Adora il dio denaro, il successo o il potere; e soprattutto il proprio “io”, le proprie idee, la propria visione del mondo. Ma come dice il Vangelo di Matteo (6, 24): “Nessuno può servire due padroni – precisando – perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro”. Se dunque come cattolici sappiamo che il cuore di ogni uomo desidera inconsapevolmente Dio, dobbiamo anche essere “prudenti come serpenti” oltre che “puri come colombe”. Perché il Signore ci manda “come pecore in mezzo ai lupi” e dobbiamo saperlo che questi lupi esistono, odiano e disprezzano.
Completano il piccolo volumetto due saggi brevi. Il primo è del mitico Roberto Marchesini, il quale va alla ricerca delle origini della pratica dell’educazione alla sessualità. Sarà un caso che esse affondano nei nemici della Chiesa? “Risalendo alle origini (sovietiche, umaniste, eugenetiche) dell’educazione sessuale è evidente che essa è stata creata con lo scopo di distruggere la morale occidentale, ormai rappresentata quasi solo dalla cultura cristiano-cattolica” (p. 97). Il secondo ad opera di Giusy D’Amico, fondatrice dell’Associazione “Non si tocca la famiglia”, la quale dà dei consigli utili e supportivi a quei genitori che dovessero trovarsi con un figlio infarcito di mala educaciòn da parte della scuola. L’introduzione è a cura di Costanza Miriano…insomma…un libretto da non farsi sfuggire.
Stefano Parenti
5 novembre 2018
http://www.lanuovabq.it/it/il-gender-e-la-professoressa-paoli-vittima-dellideologia