Lui e lui hanno un bambino negli Usa con la pratica dell’utero in affitto. Poi il padre biologico trascrive l’atto di nascita redatto in California anche a Milano: atto di nascita in cui compare solo lui. Successivamente la coppia ottiene dalle autorità statunitensi un atto di nascita in cui entrambi gli uomini compaiono come genitori. Alla richiesta di trascrizione di quest’ultimo atto di nascita l’ufficiale di stato civile dell’anagrafe di Milano oppone un giusto rifiuto.
Ciò che fa problema al comune di Milano non è tanto – ahinoi – il fatto che i due genitori siano omosessuali. Infatti l’omogenitorialità è stata riconosciuta quando i genitori erano due donne perché in quei casi per avere il bambino la coppia lesbica non era dovuta passare tramite la pratica dell’utero in affitto. Quello che fa problema sta nel fatto che tale pratica viene giustamente considerata dal nostro ordinamento giuridico come pratica contraria all’ordine pubblico.
Visto il rifiuto la Rete Lenford, pool di avvocati che tutelano le rivendicazioni gay, ricorre ai giudici e vince la causa. Il Tribunale di Milano ordina al comune di procedere alla trascrizione. E’ la quinta volta che accade a Milano. La quinta volta che non viene rispettato il diritto del figlio ad essere cresciuto da un padre e da una madre e che si avvalla la pratica della maternità surrogata.
11 febbraio 2019