Intervista sulla pedofilia al sacerdote fondatore di Meter alla vigilia del vertice in Vaticano: «Fenomeno esteso nel mondo e nella società, con la connivenza dei colossi del web». E sulla Chiesa ricorda che gli abusi sono commessi soprattutto su adolescenti da persone «con spiccate tendenze omosessuali».
In questo mese di febbraio si terrà in Vaticano un incontro per affrontare il grave problema dell’abuso sui minori da parte del clero. Un problema che talvolta rischia di divenire ideologico, perché si parla spesso genericamente solo di pedofilia evitando di dire che nella Chiesa il problema numericamente più rilevante è quello dell’abuso su adolescenti, cioè l’«efebofilia», di tipo soprattutto omosessuale. Ne ho voluto parlare con don Fortunato Di Noto, da una vita in prima linea nella battaglia contro gli abusi sui minori, una voce senz’altro informata sulla vastità e gravità di questo fenomeno orribile in tutte le sue forme.
Padre Di Noto, ci può parlare della sua formazione?
Sono sacerdote cattolico dal 1991. Amo il sacerdozio e stare dalla parte dei bambini, dei piccoli: è una peculiarità della chiamata evangelica. Un vero e proprio mandato di Gesù alla Chiesa.
Cos’è l’Associazione Meter che lei ha fondato?
Meter onlus è una realtà associativa che da circa 30 anni si occupa della difesa e tutela dei minori contro ogni forma di abuso. Una specifica, pionieristica attività è il contrasto contro la piaga criminale della pedopornografia online nel mondo. La missione è anche la formazione, la prevenzione degli abusi e progetti, qualora ce lo chiedessero, in tutto il mondo per la promozione e la cultura del rispetto dei bambini (nelle diocesi, nelle parrocchie, nella società).
Come si può verificare una cosa orribile come quella di abusare dei minori?
L’abuso (con attenzione a quello sessuale) è una delle forme di perversione criminale così subdola, raffinata, elaborata e devastante che a volte è quasi impossibile descriverla e testimoniarla. L’abuso pedofilo riguarda bambini prepuberi (dai 12/13 anni in giù), drammatico è l’abuso sui neonati. Una perversione lucida e consapevole.
Le persone colpevoli di questi abusi possono essere curate?
In Italia la Corte di Cassazione ha espresso un giudizio importante e chiarificatore: “Non è una malattia mentale in virtù della quale i pedofili possono ottenere uno sconto di pena” (sentenza 12/11/2003 n° 43135).
Il pedofilo non possiamo definirlo un malato, è lucido, consapevole degli atti che compie nei confronti dei minori. È difficile. Per diverse ragioni: bisogna individuarli, renderli consapevoli (ma loro sono tendenzialmente convinti che non fanno del male ai bambini), se accettano ci vuole un piano terapeutico a lungo termine. La possibilità di ricaduta è molto alta. Un percorso lungo e difficile. Nell’immaginario collettivo si pensa che il pedofilo sia un mostro, un individuo riconoscibile tra tanti: in realtà è solitamente una persona comune, curata esteticamente e spesso con una buona posizione sociale, insospettabile e di solito molto vicina al bambino, che può oscillare dalla figura del padre, alla madre, allo zio, al nonno, al vicino di casa o comunque un soggetto che ha conquistato la fiducia del bambino. Il pedofilo il più delle volte è di sesso maschile e prova una forte attrazione sessuale verso i bambini prepuberi, cioè di età compresa tra zero e 13 anni. Questo tipo di attrazione a volte rimane latente per molto tempo e può essere scatenata da eventi o situazioni casuali come entrare in stretto contatto con il bambino, sentire l’odore della pelle, vedere fotografie ambigue, sfiorare il bambino in modo particolare o conoscere persone che hanno avuto esperienze sessuali con minori e parlano delle loro esperienze in maniera molto positiva. Indipendentemente dalle cause che portano un adulto ad essere attratto da un bambino, il tipo di terapia utilizzabile non sempre porta a una soluzione, soprattutto per la mancanza di collaborazione da parte del pedofilo. La psicoterapia si scontra spesso con la questione che il pedofilo non ammette di avere un problema, non è disposto a cambiare. La terapia farmacologica ha riportato scarsi risultati, in quanto i fattori psicologici hanno un peso notevole nel determinare il comportamento del pedofilo.
Come internet ha cambiato questo problema?
Internet, che non è mai da demonizzare, ha connesso gli utenti, garantendo l’anonimato e la diffusione del materiale pedopornografico prodotto, dopo che già è avvenuto l’abuso sui minori. Basti pensare che Meter ha denunciato in tutto il mondo e da tutto il mondo più di 30 milioni di foto e video (che corrispondono a più di 20 milioni di bambini coinvolti). Un vero e proprio dramma che si nutre di silenzio e complicità. Solo nel 2017 Meter ha denunciato 502 link con 4.292 foto e 4.412 video con bambini abusati tra gli zero e i 2 anni. I dati che riportiamo sono tutti documentati perché segnalati ufficialmente alla Polizia Postale italiana, ma anche ad altre polizie nel mondo (Nuova Zelanda, Francia, Germania, Usa, ecc.). Un orrore, come è quello sugli altri minori.
Altri numeri, che rappresentano abusi veri, già consumati, sempre dal Report Meter 2017: oltre due milioni di foto e quasi un milione di video (quintuplicati rispetto al 2016) denunciati alle polizie competenti, che rappresentano drammatiche storie di abusi e violenze a danni di bambini anche molto piccoli, di cui molte autorità non sono minimamente a conoscenza. L’adescamento, l’abuso, la produzione, la diffusione e l’acquisto del materiale pedofilo e pedopornografico è un business in crescita, gestito anche dalla criminalità organizzata. È inquietante il silenzio e la connivenza dei colossi del web e di tanti Paesi che ancora non hanno una legislazione specifica e non collaborano contro questi crimini.
Nel 2017 l’associazione ha segnalato 2.196.470 foto contro 1.946.898 del 2016. I video, invece, sono quintuplicati: dai 203.047 del 2016 ai 985.006 dell’anno scorso. Le vittime più coinvolte si rilevano nella fascia d’età 8-12 anni (12.120 link, 1.494.252 foto e 836.868 video), seguiti dalla fascia 3-7 anni (4.666 link, 685.610 foto e 140.532 video) e infine, come già detto, 0-2 anni.
Qual è la dimensione di questo fenomeno nella Chiesa?
La Chiesa in questi anni ha fatto e ancora fa un percorso di chiarezza, di purificazione e di tolleranza zero. C’è ancora tanta strada da fare. Gli abusi sono abusi, da qualunque parte e da chiunque vengono compiuti. Il problema serio, e lo sappiamo tutti, è l’altissima percentuale di abusi sessuali da parte di sacerdoti/religiosi (e anche religiose) con spiccate tendenze omosessuali. Sono tante le dichiarazioni, mai smentite, in merito. Abusi con minori con età oltre i 14 anni.
Atti pedofili, anche se una percentuale più bassa, sono altrettanto gravi e inaccettabili. Anche qualora ce ne fosse solo uno – abuso – è cosa grave. Una vergogna che ha offuscato il bene che migliaia di sacerdoti, religiose e religiosi operano nei confronti dei piccoli e degli scartati del mondo.
Lei pensa che oggi sia un fenomeno meno forte che in passato?
Una buona prevenzione, un’attenta formazione e la conoscenza del problema possono prevenire gli abusi. Se ci atteniamo alla formali denunce (non considerando quelle che non vengono mai presentate) in tutto il mondo, il fenomeno è gravissimo e molto esteso.
Questo mese i vescovi si riuniscono in Vaticano col Papa per affrontare il problema. Quali sono secondo lei le misure da prendere?
Molti anni fa dichiarai che a un fenomeno globale si risponde con azioni globali. La Chiesa già offre linee guida e procedure. Da applicare in una realtà complessa (basti pensare la diversità culturale nei vari continenti). Dovrebbe unirci la consapevolezza che i bambini sono bambini in tutto il mondo. Si è consapevoli che non si debelleranno mai gli abusi al 100%. Però è iniziato un cammino nuovo, più responsabile e consapevole. La Chiesa deve ascoltare le vittime, possono darci fondamentali contributi che valgono più di un trattato scientifico. Tolleranza zero, agendo nella formazione, informazione e prevenzione. Azioni permanenti, non occasionali. Di fondamentale importanza sono, nelle diocesi, la costituzione di uffici pastorali dedicati per la tutela dei minori (una strutturata pastorale del bambino) perché stare dalla parte dei bambini non è una moda ma un impegno permanente della Chiesa (lo diceva san Paolo VI). Si può fare. Meter è disponibile a mettere in campo tutta la sua competenza e professionalità.
Non posso non ricordare che l’impegno non è solo della Chiesa ma di tutta la società e aggiungerei anche delle altre confessioni religiose che devono impegnarsi sempre di più a mettere al primo posto i bambini, i loro diritti e la loro tutela come persone. Insieme ce la possiamo fare. Il 5 maggio 2019 Meter celebrerà la XXIII Giornata Bambini Vittime contro la pedofilia e gli abusi sui bambini. Fu la prima Giornata al mondo che venne ideata. Perché non aderire, non promuoverla? Per maggiori informazioni visitate il sito di Meter, www.associazionemeter.org, o scrivete a info@associazionemeter.org.
Aurelio Porfiri
14 febbraio 2019
http://www.lanuovabq.it/it/i-preti-che-abusano-hanno-tendenze-omosessuali