Le modifiche alla legge regionale del 2009: uno schiaffo alla dignità della vita umana. Eppure il Pirellone si era acceso in difesa dei più piccoli: per Charlie Gard e durante il Family Day.
Le modifiche proposte alla legge regionale del 2009
La prima firmataria delle modifiche proposte alla Legge Regionale n. 30 del 2009 è Simona Tironi, Forza Italia.
Così si legge sul sito di Regione Lombardia, cercando nell’elenco generale degli atti:
PDL 36 – “MOdifiche e integrazioni alla L.R. 30 DICEMBRE 2009, n. 33 “testo unico delle leggi regionali in materia di sanità”: abrogazione del capo III “Norme in materia di attività e servizi necroscopici, funebri e cimiteriali” del titolo VI e introduzione del titolo VI bis “Norme in materia di medicina legale, medicina necroscopica, polizia mortuaria, attività funebre”.
Viene proposto un intero capitolo nuovo, denominato Titolo VI bis al posto del Capo III, abrogato. La materia trattata sono i servizi resi alla persona dopo la sua morte. Ci sono norme che garantiscono un tempo di osservazione adeguato a rilevare eventuali segni di vita; indicazioni per il decoro; la garanzia di spazi adeguati per i parenti del defunto affinché possano vivere il momento del distacco in maniera degna.
Viene regolamentata l’attività delle imprese fornitrici dei servizi funebri, sulle quali aumenta la vigilanza per evitare o respingere infiltrazioni malavitose e abusi. Anche i lavoratori del settore vengono presi in considerazione.
I firmatari della proposta di modifiche provengono da Lega (tre) e dal Movimento 5 stelle, due. Sono Emanuele Monti (Lega), Marco Fumagalli (M5S), Luigi Piccirillo (M5S), Monica Mazzoleni (Lega), Selene Pravettoni (Lega). Dotandosi di un po’ di tempo e pazienza sul sito di Regione Lombardia è possibile risalire ai documenti in questione e alle modifiche proposte con tutti i passaggi fino ad ora compiuto.
Questa la cornice della vicenda.
Ma saprete già quali siano i due punti salienti da come e quanto sono rimbalzati su giornali e social media. I temi critici riguardano gli animali di affezione da una parte e i “prodotti del concepimento” dall’altra.
I feti abortiti si devono seppellire o no? Dipende dalla donna
Per i primi si registra un avanzamento (incombe la necessità di chiedersi verso dove!), per i secondi torna in cattedra il principio indiscutibile eppure sempre più discusso della volontà della donna. Potremmo dire che solo a lei spetti emettere una sentenza tombale ma non faremmo ridere nessuno. Se la donna lo richiede allora il feto, il bambino nato morto entro le 20 settimane di gestazione, può essere seppellito.
Fino a queste modifiche, la Lombardia vantava (si macchiava, per alcuni) di una normativa a favore della dignità del bambino in ogni momento della sua presenza qua, giuso intra i mortali. Anche se abortito volontariamente, anche se lasciato in ospedale e non richiesto come piccola pietosa salma, le istituzioni si facevano carico della sua degna sepoltura.
Ora possono, ma non devono. Anzi, non devono se la donna non vuole. Se la donna dice di no, è no. Così chiede l’emendamento proposto dal PD e approvato all’unanimità. Lo si può leggere a conclusione del comma c) dell’articolo 75, alla voce “Cimiteri e spazi per i funerali”.
Il comune dà sepoltura:
- a) ai cadaveri dei propri residenti e delle persone morte nel territorio del comune, anche se non residenti;
- b) ai cadaveri di aventi diritto al seppellimento in sepoltura privata esistente nel comune stesso;
- c) ai nati morti e prodotti del concepimento, il cui parto o aborto sia avvenuto in struttura sanitaria sita nel territorio comunale;
- d) dalle parti anatomiche riconoscibili, derivanti da interventi avvenuti in struttura sanitaria sita nel territorio comunale;
- e) alle ossa, ai resti mortali e alle ceneri derivanti da cadaveri di cui alle lettere a), b), c) e d).
Al comma c) dove si parla della sepoltura dei nati morti e dei prodotti del concepimento (così dovrebbero essere nominati solo i feti sotto le 10 settimane di gestazione) si specifica una cosuccia che però cambia tutto.
Esclusivamente su esplicita richiesta della donna o di chi è titolato alla decisione ai sensi degli artt. 12 e 13 della Legge 194/78.
Se il concepito non è persona allora non va nemmeno seppellita: conseguenza logica e tragica di una menzogna
Ed è, questa modifica, tragicamente coerente con l’impianto di falso diritto che sostiene la pratica dell’aborto e tutta la mentalità che vi ruota attorno. Se posso abortire il figlio è perché ritengo che non gli si debba riconoscere dignità di persona, altrimenti si tratterebbe di omicidio; e se non è persona non va nemmeno seppellita. (Capita invece che donne che sono ricorse all’interruzione volontaria di gravidanza poi trovino un qualche conforto potendo dare degna sepoltura al figlio).
Inutile: o siamo persona umana da subito (sebbene in fase di sviluppo) o non lo siamo mai. O meglio lo siamo a discrezione del potente di turno; che di solito diventa anche l’utente dei beni che si possono estrarre dalla non persona abortita. Ma questa è un’altra storia.
La firmataria della legge ha sottolineato sui giornali il grande rispetto che nutre per la vita umana, dal concepimento alla morte naturale e inorridisce all’idea dello smaltimento dei feti come rifiuti speciali. Siamo di fronte ad una fake news, assicura. Inorridisca pure, e ci lasci credere alla sua buona fede (?) accompagnata però, ci consenta, ad una ben più scadente coerenza logica.
Non è dire il falso che i feti saranno comunque seppelliti se invece questa pratica pietosa è stata vincolata esclusivamente alla volontà della donna?
Eppure su la Cronaca di Cremona, come si legge sul profilo Facebook della stessa esponente di Forza Italia, Simona Tironi dice in un virgolettato:
L’emendamento proposto dal PD non implica che per i Comuni venga meno l’obbligo di sepoltura per i feti. Su questo punto tutto rimarrà come oggi: in caso di mancata richiesta di sepoltura da parte della donna, gli embrioni fino alla ventesima settimana, saranno comunque posti in apposite aree cimiteriali. Affermare che queste creature saranno considerate “scarti ospedalieri” è un’autentica bufala che mi ha molto addolorato. Da donna e da madre nutro un profondo rispetto nei confronti della vita umana dal primo istante fino alla morte naturale. Con questo provvedimento abbiamo voluto dare ancora più dignità alla figura della madre. (vedi profilo Facebook Simona Tironi)
Intorno alla sepoltura dei bambini abortiti c’è dibattito. Per quella degli animali domestici no: potranno raggiungere i padroni nella tomba di famiglia (previo controllo veterinario, cremazione etc)
Ed ecco che nel polverone sollevato intorno al tema della vita umana, a quando comincia, a quando finisce a chi ha diritto di seppellire o di essere sepolto, fa capolino qualche musetto peloso, una coda, un nasino umido, dei baffetti: sono loro, gli animali di affezione.
O animali di compagnia, o domestici. Vedete, in nessun caso, secondo nessuna delle accezioni di uso corrente, la bestiola può continuare ad esercitare la sua funzione. Il padrone è già deceduto e, giunta la sua ora, lo sarà pure lui. Che compagnia, affezione, familiarità potrà mai esprimere ridotto in cenere e tumulato nei pressi del padrone già sepolto?
I cari sopravvissuti dovrebbero poter esercitare questa scelta oppure dar seguito alla volontà espressa in vita dal defunto. Senza procurare a bella posta la morte del pet in questione una volta che i suoi giorni si saranno consumati potranno chiedere di tumularlo nella tomba di famiglia, vicino al caro che lo ha amato in vita.
Così si legge nel testo presentato in aula:
Le modifiche introdotte riguardano gli articoli da 67 a 76. Tra le novità del provvedimento si evidenziano, in particolare, l’introduzione di definizioni, delle case funerarie e di disposizioni in merito alle attività di medicina legale e di polizia mortuaria. Inoltre è prevista, per volontà del defunto o su richiesta degli eredi, la possibilità di tumulare gli animali di affezione, in teca separata, previa cremazione, nello stesso loculo del defunto o nella tomba di famiglia. (vedasi documenti sul sito)
Eppure sono altre le domande che dovrebbero rimbombare nelle nostre teste:
Che cos’è l’uomo perché te ne ricordi, il figlio dell’uomo perché te ne curi? Chiede il salmista. Siamo appena sotto gli angeli come grandezza. E sotto di noi sono posti gli animali. Affidati al nostro potere, consegnati alla nostra cura che dovrebbe distinguersi per saggezza ed equilibrio. Come siamo finiti a pensare che seppellirli al nostro fianco, macabro sidecar, sia degno di noi e di loro?
Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli,
di gloria e di onore lo hai coronato:
gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi;
tutti i greggi e gli armenti,
tutte le bestie della campagna;
Gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
che percorrono le vie del mare. (Salmo 8)
Dimenticandoci che il nome più grande è quello del Signore. E scordandoci che è proprio attraverso i bambini che Dio esprime la sua potenza.
Con la bocca dei bimbi e dei lattanti
affermi la tua potenza contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli. (Ibidem)
Ma che ci importa di Dio, del Suo ordine, delle gerarchie tra le creature quando siamo capaci di siffatti progressi?
Paola Belletti
Aleteia, 26 febbraio 2019