Le persone con il disturbo della cosiddetta disforia di genere sperimentano una profonda sofferenza e hanno bisogno del nostro amore fraterno. In nessun modo si è loro di aiuto facendo sì che distruggano organi sani, né bloccandone la pubertà con farmaci come la triptorelina. La medicina deve rispettare la corporeità. E la Chiesa insegna che la persona è «corpore et anima unus» (Gaudium et spes), unione inscindibile di anima e corpo, che quindi è sempre illecito manipolare.