Il Papa l’ha voluta accanto a sé durante l’udienza generale e indicato a tutti il suo esempio. Suor Maria Concetta Esu, 85 anni, da 60 è in Africa come missionaria e ostetrica. Con migliaia di “figli”.
In Africa ci sono 33.777 bambini nati grazie a suor Maria Concetta Esu, 85 anni di Villasor, (Cagliari), di cui 60 trascorsi in missione.
Figlia di San Giuseppe di Genoni, istituto religioso femminile fondato in Sardegna da Felice Prinetti, allora segretario dell’arcivescovo di Cagliari Vincenzo Gregorio Berchialla, suor Esu – salutata dal Papa all’udienza di mercoledì scorso – racconta gli esordi della sua vocazione. «Un passo del nostro carisma – racconta – ci indica di tenere sempre il cuore e le porte aperte per qualunque bisogno nel mondo, nella gioia e nella donazione totale di noi stesse, accudendo soprattutto i poveri, gli abbandonati, i bambini e i vecchi, senza stancarci mai».
Formatasi anche come ostetrica, viene assegnata a una missione in Congo. «Quando arrivai – prosegue – l’Africa non aveva lo sviluppo che in parte oggi lo caratterizza: la vita semplice scandiva le giornate delle persone. Mi sono inserita tra di loro, entrando in dialogo fino a diventare quasi una sola famiglia». A lei si rivolgono le madri più povere del Congo, spesso lasciate sole nel momento più importante, la nascita di un figlio. Suor Maria Concetta così ha accolto e aiutato le madri, spesso sole, che ha seguito prima e dopo il parto, e naturalmente i bambini. «Quelli che sono nati bene – ricorda –, quelli che sono stati male, quelli portati in sala di rianimazione e, per la grazia del Signore, oggi sono vivi». In totale 33.777.
In Africa non è contemplata la pratica del figlio unico. «Le donne che non riescono a dare al mondo dei figli – riprende la religiosa sarda – vivono questa esperienza come un dolore, mentre c’è grande gioia per ogni bambino che nasce: una festa per tutto il villaggio». La suora ha un segreto per portare avanti la sua missione di donna che ama la vita. «Tutto ciò è possibile solo grazie a una grande fede, perché chi opera è Lui, il Signore. Noi siamo solo strumenti nelle sue mani. Questa fede mi ha spinto sempre ad andare avanti, con gioia, pur nel sacrificio. Molte volte i parti avvengono di notte e, nonostante gli 85 anni, continuo a fare tutti i miei turni, con ciò che ne consegue…».
Quanto all’incontro con il Papa, non era la prima volta: aveva incontrato Francesco a Bangui, in Centrafrica, per l’apertura della prima Porta Santa del Giubileo della misericordia. «Con quella dei giorni scorsi, sono quattro volte: ormai siamo diventati amici. Desidererei però incontrarlo da sola, per potergli parlare di tutte le cose che porto nel mio cuore, per i poveri e per i miei fratelli».
Per suor Maria Concetta sono gli ultimi giorni in Sardegna. L’Africa chiama: già dalla prossima settimana partirà per ritornare in quella terra che oramai è casa sua, tra la sua gente. Continuerà a sostenere la vita e a portare avanti l’impegno anche nei turni di notte, «quando – racconta – possono esserci fino a 7 parti».
Roberto Comparetti
6 aprile 2019
https://www.avvenire.it/famiglia-e-vita/pagine/i-figli-della-suora-ostetrica-d-africa