È una riforma ancora in cantiere, quella del Terzo settore, prevista dalla legge delega 106 del 2016. E mentre i tempi si sono allungati, anno dopo anno e governo dopo governo in attesa dei decreti attuativi, nell’ultimo anno l’emergenza solidarietà ha aperto altri fronti: dieci in tutto, ne abbiamo contati in queste due pagine.
Nel 1954 Carl Schmitt scrisse un’operetta molto breve in forma di dialogo per essere letta in una trasmissione radiofonica che però non venne realizzata. Le poche pagine furono in seguito pubblicate prima in Germania, poi in Spagna e ora in Italia da Adelphi, con il titolo di Dialogo sul potere, ossia sull’argomento centrale che aveva interessato Schmitt per tutta la vita, soprattutto nei suoi studi sul più spietato e potente indagatore del potere, Thomas Hobbes. Si tratta di poche pagine lucide e brillanti scritte in forma colloquiale e piana.
Un anno fa, all’Alder Hey Hospital di Liverpool, veniva messo a morte Alfie Evans, un bambino di neanche due anni affetto da una grave malattia genetica a cui medici e giudici hanno voluto togliere la ventilazione artificiale per farlo morire «nel suo miglior interesse». Per mesi, La Nuova Bussola Quotidiana ha seguito il caso passo dopo passo, la lotta titanica dei genitori di Alfie, Thomas e Kate, contro il potere per affermare il diritto di Dio sulla vita di ogni singola persona. Oggi, nel primo anniversario della morte, vogliamo proporvi la riflessione della nostra giornalista che maggiormente ha seguito la vicenda di Alfie, unica inviata di una testata italiana a Liverpool nei giorni caldi in cui si è deciso il destino di Alfie. Leggi
Un anno dopo la morte di Alfie, le pulsioni per sbarrare il passo alla vita Un anno dopo, fa ancora più male. Tornare agli ultimi giorni di Alfie Evans, morto un anno fa, provoca l’impulso a non pensarci più, tanto furono convulse e crudeli quelle ultime ore, un tira e molla insensato tra medici, giudici, polizia, e due genitori ragazzini, apparsi troppo fragili davanti all’inesorabile macchina che si era avviata per portare a morte il figlio «nel suo migliore interesse». Leggi
Un fratellino, i ragazzi del popolo, i fuorilegge dello ius vitae, i giganti della carità. La sponda umana che la protervia dello Stato inglese non è riuscita a sopprimere. Leggi
Quindi alla fine la diocesi di Torino è andata avanti, e dopo avere rimandato ha infine tenuto davvero il corso per “insegnare la fedeltà alle persone dello stesso sesso”.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica però continua ad annunciare che gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati, quindi non vedo come una diocesi della Chiesa Cattolica possa permettere che si insegni la fedeltà a un disordine. Come si può insegnare a rimanere in qualcosa che ferisce l’uomo nella sua più profonda identità, come si può aiutare qualcuno a rimanere nel peccato, che vuol dire “sbagliare mira”? E’ come se una mamma che vede suo figlio che si fa del male lo aiutasse a rimanerci sempre più dentro. Leggi
L’iniziativa, partita da don Gianluca Carrega, delegato ufficiale dell’arcivescovo Cesare Nosiglia per la “pastorale degli omosessuali” subì uno stop dopo le accuse di eresia arrivate dagli ecclesiastici conservatori.
Quest’anno il ritiro sulla “fedeltà di Dio come fondamento della fedeltà nei rapporti umani”, aperto a una quarantina di single, gay e lesbiche, è stato organizzato in “segreto” ma seguendo lo stesso programma stabilito un anno fa. Leggi