I numeri sono numeri. Morti e dispersi in mare secondo l’agenzia dell’ONU nel periodo da gennaio ad aprile. Leggi
Quei giorni perduti a cercare dei numeri per spiegare la crisi ci hanno fatto dimenticare da dove veniamo. E le origini del contributo della lingua italiana alla costruzione di un’identità comune. Ancor prima che dalle azioni dei politici italiani, l’Europa unita è stata raccontata nel nostro idioma, studiato nel mondo da oltre ottanta milioni che guardano al Paese dei mille campanili come a un tesoro di conoscenze da cui noi traiamo pochi frutti. Non ci sono solo i borghi, l’arte, gli scorci del Belpaese, esiste anche la lingua che tutto tiene assieme e che ci rende unici al mondo. Tralasciando quanto potremmo ricavare da una messa in comune di tanta ricchezza, in un mondo in cui la cura della persona e dell’intelletto saranno sempre più ricercate, dobbiamo essere consapevoli che in tanti nel mondo vogliono saperne di più della nostra storia. Leggi
Cerchiamo di capire perché l’arte di Mozart affascina tuttora i nostri contemporanei, che vivono in un mondo così diverso dal suo. Leggi
Natura e artificio, verità e finzione. Quante volte la vita fabbricata in provetta ci ha messo di fronte a spinosi grovigli, umani e giuridici; specie nelle varianti di progetto più azzardate, come la maternità surrogata. Sappiamo che c’è una giustizia delle regole, che rifiuta le aberrazioni, e va messa in salvo. E se fallisce resta un desolato bisogno di rimedio residuo alle trasgressioni avvenute, quasi una specie di “giustizia del giorno dopo” china sui cocci. Quanti pensieri dunque riemergono ora, di fonte alla sentenza della Cassazione italiana a Sezioni Unite, che dice “no” alla trascrizione nei registri dello stato civile italiano dei “figli” ottenuti da maternità surrogata all’estero, in uno Stato che ammette quella pratica che da noi è penalmente vietata. Quel divieto è principio di civiltà, perché ha una «funzione essenziale di tutela di interessi costituzionalmente rilevanti». Leggi
A sorpresa i giudici impongono l’immediata ripresa di alimentazione e idratazione per il 42enne tetraplegico. L’iter eutanasico era già iniziato. Leggi
Le coppie omosessuali con un figlio nato all’estero tramite maternità surrogata possono però ricorrere alla legge sulle adozioni là dove essa le prevede “in casi particolari”. Leggi
Andiamo al dunque. Dietro il ritiro di Christian Raimo, Carlo Ginzburg, Zerocalcare, Anpi e del collettivo Wu Ming (se ho dimenticato qualcuno non mi scuso) dal Salone del Libro di Torino non c’è solo la presenza di Altaforte, l’editore vicino a CasaPound che, con Io sono Matteo Salvini – libro-intervista della giornalista Chiara Giannini al vicepremier – in queste ore sta rimediando una pubblicità che mai nella vita: quello è solo un pretesto. Dietro all’ennesima sfuriata degli intellò non c’è neppure, diversamente da quanto detto dagli interessati, la volontà di denunciare l’avanzata editoriale del neofascismo. Macché.
Al Salone del libro di Torino ci sarà Altaforte, la casa editrice vicina a CasaPound. La notizia non è piaciuta ad alcuni scrittori che vedono il fascismo ovunque.
«Non lo farei ma non per mancanza di rispetto agli omosessuali che hanno diritto di fare quello che vogliono senza disturbare gli altri, ma perché non la penso come loro, e penso che la famiglia a cui ci rivolgiamo noi è comunque una famiglia classica». Ne è passata di acqua sotto i ponti da quel 25 settembre 2013, quando Guido Barilla, incalzato dalle domande alla trasmissione radiofonica La Zanzara, disse che non avrebbe fatto uno spot gay perché «il concetto di famiglia sacrale rimane uno dei valori
fondamentali dell’azienda». Si sa come andò a finire. Le associazioni Lgbt montarono un putiferio, l’industria mediatica rese quelle parole un caso internazionale, sul web si moltiplicarono gli inviti al boicottaggio della marca di pasta, con incluso sarcasmo dell’allora commissario europeo per la Concorrenza, Neelie Kroes. Leggi