Don Camillo torna a vivere. Almeno per il momento non ha accanto a se’ un altro Peppone, con cui quotidianamente battibeccare, litigare e combinare pasticci.
E non vive a Brescello, l’ormai mitico Paese della Bassa padana in cui lo ha messo al mondo il suo creatore, Giovannino Guareschi. Però vive a Cervia, che è un altro dei luoghi amati e vissuti da Guareschi. E, cosa più importante, ha il suo Gesù con cui dialogare e con l’aiuto del quale trarre conforto e speranza per andare avanti tutti i giorni.
Questo è successo quando un simpatico e combattivo parroco di Cervia, don Pierre Laurent Cabantous, di origine francese, ha deciso di postare su Facebook alcuni dialoghi con Gesù, alla maniera di don Camillo. S’ intende che ne sia un ammiratore, anzi un fan vero e proprio. E visto il successo ottenuto da questi messaggi, vista l’insistenza con cui gli e’ stato chiesto di scriverne ancora, don Pierre ha deciso di costruirci intorno un libro, composto da 19 dialoghi che sono, come lui stesso li ha definiti, piccole catechesi con il sorriso. Il libro è stato pubblicato dalla casa editrice Itaca, con la prefazione a cura di Costanza Miriano.
La memoria di Guareschi, in queste pagine, è viva, è, per così dire, palpabile, concreta, filtrata dalla quotidianità, dal contatto con la gente e con i luoghi in cui vive. E così è guareschiano il rapporto di don Pierre con il Signore, che smorza, leviga, contiene alcuni aspetti del carattere del “suo” parroco, coraggioso, non politicamente corretto, capace di esprimersi con forza e chiarezza, senza paludamenti, su temi e avvenimenti, anche su quelli di più scottante attualità.
Usando con perizia i social, ma non rimanendone invischiato. E i suoi messaggi nascono di getto, da riflessioni nate mentre don Pierre va in giro per il mercato, passeggia con il rosario in mano, dopo aver celebrato messa o aver pregato, magari davanti al mare. Sono parole che nascono spontaneamente, semplici e profonde, sempre rivolte a Lui e da Lui rese più forti, limpide, profonde.
Un modo gioioso di vivere la missione di parrocco. Certo non vengono nascoste le difficoltà, le sconfitte, le fatiche di questa vita. Ma vengono affrontate con il sorriso. Perché fare il sacerdote, fare il parroco, non è mai stato facile, ma oggi forse è ancora più difficile, faticoso. Una sfida, una “pietra d’inciampo” per la mentalità contemporanea, ma anche la testimonianza che un’altra vita è possibile. Ci sono romanzi e saggi che testimoniano questa fatica e questo sforzo di renderla positiva, il coraggio che serve per vivere questa scelta. Lo ha fatto in modo inarrivabile Georges Bernanos con il suo capolavoro, “Diario di un curato di campagna”.
Oggi in molti percorrono questa traccia, con esiti molto diversi, ma mai banali. A cominciare dal romanzo di grande successo di Jean Mercier, recentemente scomparso, “Il signor parrocco ha dato di matto”, in cui si raccontano le vicende tragicomiche di un parroco francese, amareggiato per la superficialità dei suoi parrocchiani e dalla svolta routinaria e burocratica del suo ministero, che riuscirà a smuovere solo quando si murera’ in un a cella del giardino della canonica, come un novello eremita, da dove somministrera’ con rinnovato vigore i sacramenti.
Stessa tematica, ma con tono più drammatico, perché il racconto è autobiografico, si ritrova nel libro, dal titolo sconsolato “Non posso più fare il parroco”, di Thomas Frings, oppresso dalle stesse difficoltà dell’immaginario parroco francese e dal griogiore ormai diffuso sulla sua missione quotidiana, nel 2016 annunciava di abbandonare il suo ministero a Munster e di ritirarsi in un monastero benedettino. Le sue dure e a tratti icastiche e ironiche riflessioni hanno però scosso altri sacerdoti e molti fedeli, cosi don Thomas ha ripreso la sua missione tra monastero, comunità esterne e interventi pubblici. E ne ha tratto materiale vivo per il suo libro.
Con più ottimismo Nardò Masetti, sacerdote della diocesi di Modena, in un suo recente romanzo ha descritto le difficoltà, i cedimenti e le speranze vissute in una chiesa di campagna. “Il parroco di Santa Fosca” racconta proprio questa quotidianità, con uno stile fresco e amabilmente ironico. Masetti ha poi scritto un nuovo romanzo, dal titolo “Sua eminenza, non si scomodi”, in cui sacerdote dimostra che se la vita parrochiale ha le sue spine e un giogo pessnte da portare, anche quella di una brillante ascesa in Vaticano di spine e di pesantezza ne produce in abbondanza.
Il romanzo narra le vicende di don Filippo, giovane vice parroco che vive lietamente la sua routine quotidiana. Ma un bel giorno per lui si schiudono le porte di una ben altra vita e carriera ecclesiastica: diventa sottosegretario in una Congregazione della Santa Sede. Cambiamento totale di prospettive, di quotidianità, il giovane sacerdote immerso nella realtà dei rapporti con le più alte gerarchie ecclesiastiche. E scoprirà quanto dovrà contare su umiltà, spirito di intraprendenza, furbizia, ma anche tanta carità e madre verso il prossimo per rendere davvero utile e sensata la sua esperienza.
Pierre Laurent Cabantous, “Un don Camillo a Cervia”, Itaca editore, pp.64, euro 10
Jean Mercier, “Il signor parroco ha dato di matto”, Edizioni San Paolo, pp. 144, euro 14
Thomas Frings, “Così non posso più fare il parroco”, Edizioni Ancora, euro 19, pp. 168
Nardo Masetti, “Il parroco di Santa Fosca”, Edizioni Messaggero Padova, pp.256, euro 16
Nardo Masetti, “Sua eminenza, non si scomodi”, Edizioni Albatros, pp.184, euro 14,50
Di Caterina Maniaci
31 maggio 2019
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