Conti. La spesa pubblica corrente non aumentava tanto da almeno 10 anni

By 8 Luglio 2019Attualità

Tolti gli investimenti (scarsi) e gli interessi, le uscite dello Stato sono aumentate di quasi il 3% a inizio 2019. Raramente nell’ultimo decennio erano andate oltre un +2%.

Le ultime rilevazioni dell’Istat sui conti italiani mostrano che la spesa pubblica sta aumentando al ritmo più elevato da almeno un decennio. La spesa “corrente” che esclude il costo degli interessi sul debito e gli investiment, nei primi tre mesi del 2019 è aumentata del 2,97% rispetto all’anno precedente. Soltanto altre tre volte, nei trentadue trimestri che vanno dal 2010 a fine 2018, l’Istat aveva registrato aumenti superiori al 2%. La crescita della spesa corrente al netto degli interessi non era mai andata a sfiorare il +3% com’è successo stavolta.

In valore assoluto questo aumento della spesa vale 5 miliardi di euro (da 169,8 a 174,8 miliardi) e si spiega soprattutto con la crescita della spesa per “prestazioni sociali in denaro”, aumentata di 2,5 miliardi di euro. Sotto questa voce rientrano le uscite che consistono in erogazioni di misure assistenziali in denaro alle famiglie. Il loro aumento, +3,1%, è stato il più alto delle serie storiche messe a disposizione dall’Istat. L’altro aumento notevole, (+1,7 miliardi, +6,4%), è quello della voce “altre uscite correnti”, che sono poi altre forme di trasferimenti di denaro pubblico a famiglie o imprese.

Paradossalmente se la voce “totale uscite correnti” che comprende gli interessi segna un rialzo più contenuto (+1,7%) è merito del debito pubblico, il cui costo, grazie alla politica monetaria a tasso zero della Banca centrale europea, si è ridotto: la spesa per interessi nel primo trimestre è stata di 12,1 miliardi, il 13,1% in meno rispetto a un anno fa. Anche questo è il dato più basso del decennio.

I numeri dell’Istat ripropongono la questione della qualità della spesa pubblica. Lo Stato aumenta la spesa per “assistenza” (quella che, almeno in teoria, dovrebbe dare anche il migliore ritorno in termini di voti) mentre contiene o riduce quella per gli investimenti, che invece dovrebbe servire a spingere il Pil. La crescita degli investimenti fissi lordi è stata solo dello 0,3% (in tutto sono 8,9 miliardi) mentre le altre uscite in “conto capitale” sono diminuite del 17,5% (da 3,3 a 2,7 miliardi di euro).

Nonostante la pressione fiscale sia aumentata, passando dal 37,7 al 38% del Pil rispetto a un anno fa, le entrate non bastano a coprire le spese. Lo Stato ha incassato 180,9 miliardi (+1,6%) ma ne ha spesi 198,6 (+1,4%), con un saldo negativo di 17,7 miliardi di euro. Anche eliminando la spesa per interessi il bilancio resta in rosso: il “saldo primario” è infatti negativo di 5,6 miliardi di euro, il 42% in più di un anno fa.

Pietro Saccò

26 giugno 2019

https://www.avvenire.it/economia/pagine/spesa-pubblica-corrente