Il 26 settembre 2019 sarà ricordato come un altro giorno drammatico per la nostra Nazione, poiché scadranno i dodici mesi concessi dalla Corte Costituzionale al Parlamento per legiferare sul suicidio assistito, cioè se si dovrà ancora punire chi viola l’ articolo 579 (Omicidio del consenziente) e articolo 580 (Istigazione o aiuto al suicidio) del Codice Penale, oppure essere depenalizzati.
La storia è già scritta in anticipo. Questo Parlamento composto di molti codardi non legifererà, e la Corte Costituzionale depenalizzerà il suicidio assistito con tutte le conseguenze che vi mostrerò inseguito.
Dicevamo: “giorno triste”. Si!
Come lo fu il 18 dicembre 1970 quando fu approvato il divorzio legale, confermato dal referendum del 13 maggio 1974. Fu l’avvio della modifica delle coscienze degli italiani e l’inizio nella società di un dibattito che metteva in discussione i modelli famigliari tradizionali. Quindi, non c’è da stupirsi, se dal 1971 al 1978 si sono registrati 22mila separazione e 18mila divorzi, mentre solo nell’anno 2017 abbiamo avuto 94.165 separazioni e 64.371 divorzi (http://www.storiologia.it/tabelle/popolazione09.htm.). Non sono così ingenuo da non comprendere che alcune situazioni famigliari sono drammatiche e insostenibili e, forse il divorzio, è “il male minore”, ma le cifre non mi convincono su questa attenuante come pure il “silenzio”, politicamente corretto, sulle dolorose sofferenze dei figli, magari ancora piccoli.
Come lo fu il 18 maggio 1978 quando fu approvato l’aborto volontario e il suo pubblico sovvenzionamento, e da allora, ogni scusante è accolta per assoldare “un sicario”, come affermò papa Francesco, e uccidere un futuro uomo. Gli oltre 6 milioni di aborti in 41 anni sono una conferma.
Come lo fu il 20 maggio 2016 quando fu approvata la regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e la disciplina delle convivenze, stravolgendo non unicamente una costante dei nostri costumi, ma soprattutto la nostra natura umana poiché la diversità sessuale, uomo e donna, dimostra che nessuna persona possiede in sé “tutto l’umano”, presente, nella sua completezza, unicamente nell’unione maschile e femminile.
Ma tutto ciò per i fautori della “distruzione valoriale della nostra società” non era sufficiente: ecco allora la vergognosa e deplorevole trovata dell’Associazione Luca Coscioni di buttarsi come squali su un indifeso “pesciolino malato”, cioè Fabiano Antoniani, la complicità della Corte Costituzionale, la codardia della maggioranza dei nostri parlamentari. E l’apertura della porta all’eutanasia legale avverrà dopo il 26 settembre, poiché tra suicidio assistito ed eutanasia non esistono differenze essendo uguale l’essenza. Unicamente gli ipocriti, appellandosi a questioni di “lana caprina”, intravvedono la diversità.
A noi non resta che denunciare, senza timore, nelle occasioni opportune come in quelle inopportune, questo nuovo scempio contro la vita, memori che una società si sgretola fino alla sua distruzione quando recide tutte le sue colonne valoriali: da Dio al bene comune inteso come Patria, dalla famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna alla sacralità della vita nascente e terminale. E, l’Italia, sta raggiungendo velocemente questo baratro.
Profeta di sventura? No, è unicamente la lettura con discernimento della storia!
Don Gian Maria Comolli