EDITORIALE – Elena Bonetti, un ministro pro-gender

By 19 Settembre 2019Gender

Elena Bonetti è stata nominata nel Conte bis ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia. Nel sito del PD, presentandosi ha scritto: “La passione educativa e il desiderio di accompagnare le giovani generazioni ad essere buoni cittadini, capaci di contribuire a scrivere una storia bella e generativa per la nostra comunità, trovano le radici nel mio cammino scout. Su questa strada ho imparato la bellezza del camminare insieme, la felicità e la pienezza che nascono dal servizio, il coraggio di dire sì, la chiamata a lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo trovato” (https://www.partitodemocratico.it/profile/elena-bonetti/).

Mentre condividiamo totalmente la presentazione, in particolare la conclusione: “lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo trovato”, leggendo le varie dichiarazioni della Bonetti presenti sul web ci accorgiamo della forte incoerenza tra quello che afferma e come ha operato e vorrà operare nel futuro soprattutto nei confronti dell’ideologia gender che intende estrapolare e sganciare la persona da un’essenza biologica incontrovertibile.

Ha affermato la Bonetti al quotidiano Avvenire: “Per quanto riguarda il tema specifico su cui mi chiede di esprimermi (quello del gender),vorrei puntualizzare che non ci sono teorie di gender nei programmi educativi proposti nella legge della ‘buona scuola’” (https://www.avvenire.it/attualita/pagine/family-act). Questo ci conferma che la Bonetti vuole mentire, come il ministro Fedeli, quando parlò di “truffa culturale” in riferimento all’introduzione nelle scuole pubbliche d’insegnamenti LGBT. Eppure nel mio libro “Gender. La silenziosa ‘peste’ che si sta diffondendo nel XXI° secolo. Solo se la conosci ti puoi difendere”, ho documentato centinaia di corsi svolti su questo tema svolti nelle scuole italiane cui hanno partecipato migliaia di studenti partendo dall’età infantile, con lo specifico obiettivo di manipolare le coscienze (cfr. pp. 42-63). Allora la Bonetti, come ricorda un proverbio milanese: “Fa la tonta per non pagare il dazio”. Comunque, questa dichiarazione, rimane un affronto a milioni di genitori che non vogliono vedere i loro figli indottrinati dalle teorie LGBT.

Ma c’è di più. Nella medesima intervista ha anche dichiarato: “In generale credo sia opportuno evitare un dibattito che rischi di collocarsi come ideologico e senza precise argomentazioni”. Ma la Bonetti sa di cosa sta parlando? Di un’ideologia condannata decina di volte da papa Francesco e che preoccupa il mondo accademico e scientifico per le disastrose e “tragiche ricadute” che potrebbe avere sulla società, sulle famiglie e sui ragazzi, adolescenti e giovani.

Ministro, su questo tema e su altri che lei nel passato ha sostenuto con l’appoggio tra l’altro di Renzi: dalle unioni omosessuali alla volontà di costituire le cosiddette “famiglie arcobaleno, alla legge sull’omofobia, pur presentandosi cristiana, rappresentante di un’area del cattolicesimo minoritaria contraria alle linee dell’attuale pontefice; in molti seguiranno con attenzione ogni sua mossa esaminandola al microscopio, perché noi abbiamo a cuore con i fatti e non solo con le belle parole di cui questo governo si sta riempendo la bocca, il futuro delle nuove generazioni e della famiglia fondata sul matrimonio di una donna e di un uomo.

Don Gian Maria Comolli