L’Italia si avvia ad avere un nuovo governo, presieduto dallo stesso premier del precedente governo, Giuseppe Conte, che si presenta agli italiani come un uomo in discontinuità con sé stesso. La mancanza di coerenza e di logica sono ormai la regola della politica, come della vita quotidiana di tanti italiani. E’ impressionante vedere un video risalente allo scorso febbraio in cui il segretario del PD Nicola Zingaretti ribadisce in maniera categorica che mai e poi mai favorirà un accordo del suo partito con i Cinque Stelle. Sono passati solo sei mesi e la capriola è in atto. Siamo governati, dirà qualcuno, da buffoni e saltimbanchi.
Io mi limito a due considerazioni. La prima è questa: il governo dello scorso anno Lega Cinque Stelle è stato un governo ibrido imposto dalla impossibilità di trovare una maggioranza di governo in Parlamento. Che cosa poteva unire forse così diverse? Il collante era uno solo: il rifiuto delle cosiddette élites, termine che trovo improprio, meglio il rifiuto dell’establishment, il rifiuto dell’ideologia europeista e mondialista, in nome di una visione nazional-populista della politica. Un governo di cambiamento nato contro il sistema politico e finanziario che taglieggia le famiglie e le imprese.
Ora Giuseppe Conte si appresta a formare un governo in cui i Cinque Stelle si alleano con il Partito Democratico che è il partito il partito per eccellenza dell’Establishment, il partito del potere e dei privilegi. L’avvocato dei cittadini è diventato l’avvocato delle lobbies e dei poteri forti,. Quello che si sta formando è un governo ibrido come il precedente, ma che rinuncia alla difesa delle libertà e degli interessi nazionali, a vantaggio dell’Europa di Merkel e Macron. Quale sarà allora il nuovo collante?
Se nel governo precedente ciò che univa forze diverse come Lega e Cinque Stelle sembrava essere il rifiuto dell’establishment, ciò che unisce oggi Cinque Stelle e PD è la piattaforma indicata dalla senatrice Monica Cirinnà su Facebook: “l’avanzata dei cosiddetti “diritti”, in particolare una legge contro l’omotransfobia, cioè contro la libertà di espressione, leggi per introdurre l’eutanasia, la legalizzazione delle droghe, i diritti LGBT e le adozioni gay. Adesso – dice la Cirinnà – abbiamo di fronte una pagina bianca e un nuovo percorso da avviare”. Per noi è una pagina nera, un percorso sponsorizzato dai circoli mondialisti, e purtroppo benedetto persino dal Vaticano. La sfida è lanciata: sappiamo contro chi dobbiamo combattere e su quale terreno.
Roberto De Mattei
30 agosto 2019