Due sacerdoti e un catechista sono stati arrestati sabato scorso nello stato nordorientale indiano del Jharkhand, con l’accusa di avere indotto alla conversione al cristianesimo gli abitanti di un piccolo villaggio.
Lo ha reso noto il sito di notizie religiose e socioeconomiche Matters India, precisando che la polizia ha tratto in arresto padre Arun Vincent, padre Benoy John e un catechista, Munna Hansda, a seguito della denuncia di un abitante del villaggio.
La notizia dell’arresto è stata diffusa da una circolare inviata ai fedeli da N. M. Thomas, vicario generale della diocesi di Bhagalpur (dove si trova il villaggio), secondo il quale i sacerdoti sono accusati non solo di conversioni praticate con la forza, ma anche di occupazione illegale di terreni. Padre Vincent è stato successivamente rilasciato, mentre l’altro sacerdote e il catechista potrebbero tornare in libertà dopo il Muhrram, la festa per il primo mese del calendario islamico, che cade l’11 settembre.
Non è la prima volta che i cattolici nel Jharkhand subiscono violenze e soprusi. Nello stato nordorientale — tra i più poveri e arretrati dell’India — dal 2017 è in vigore il Jharkhand Freedom of Religion Bill, una legge per la libertà di religione che proibisce le conversioni forzate e le punisce con il carcere o una multa di almeno 50.000 rupie (circa 625 euro). Al momento dell’approvazione della controversa legge, esponenti del Bharatiya Janata Party (Bjp, il partito conservatore del primo ministro indiano, Narendra Modi) e altri leader di formazioni di destra dello stato, affermarono che i missionari cristiani, molto numerosi nella zona, «tendono a forzare le popolazioni tribali ad aderire al cattolicesimo».
Sajan K. George, presidente del Global Council of Indian Christians, ha dichiarato ad AsiaNews che «il Jharkhand vuole colpire la missione cristiana nello Stato». «La comunità di maggioranza — ha aggiunto — usa la falsa propaganda per danneggiare tutti i servizi sanitari, di welfare ed educativi dei cristiani, accusandoli senza prove di avere l’obiettivo di convertire» al cristianesimo.
Commentando quanto accaduto all’agenzia Fides, John Dayal, attivista cattolico per i diritti umani, ha dichiarato che «il fatto più preoccupante è il tentativo nello stato del Jharkhand di dividere le persone secondo linee di appartenenza religiosa». «Siamo tutti cittadini indiani. Questa politica di divisione — ha aggiunto — deve essere sconfitta se si vuole mantenere la pace e l’unità e rafforzare la democrazia e lo sviluppo».
Osservatore Romano
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