La carica ideologica di certi preti arriva fino a toccare la Messa che diventa un servizio come un altro, da spostare se ci sono bisogni più impellenti. A Calci, in diocesi di Pisa, domenica prossima verranno soppresse tre Messe. Il motivo? I parrocchiani sono invitati a partecipare all’iniziativa di Legambiente Puliamo il mondo.
La Francia e Macron si sono risentiti per essere stati accusati di “violazione dei diritti umani dei fanciulli” dalla ragazzina svedese.
Le parole d’esordio di Greta Thunberg, la giovanissima attivista svedese, non lasciano indifferenti i grandi della terra riunti a New York per il summit sul clima. Gli applausi sono contenuti, mentre Greta si commuove e l’ascolto resta serio e composto, come quello riservato poco prima al segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, che non è stato meno tenero nel suo discorso di indirizzo ai capi di stato e di governo seduti di fronte a lui.
Non possiamo non mettere a confronto l’attivista svedese Greta Thunberg di 16 anni e la francese Giovanna d’Arco di 17, l’una rappresentante di una religione (perché di un credo si tratta) pagana, nonché testimonial di ideologie e di menzogne, l’altra testimone della religione rivelata da Gesù Cristo, portatrice di pace e libertà in Cristo. Greta è una debole ragazza, affetta da una patologia perenne, la sindrome di Asperger (annoverato fra i disturbi dello spettro autistico), che le procura disturbi di carattere ossessivo-compulsivo, mutismo selettivo, deficit di attenzione/iperattività. Manipolata da giganti lobby di potere e da genitori consenzienti che calcano le scene dello spettacolo (la madre è la cantante d’opera Malena Ernman, il padre l’attore Svante Thunberg), Greta risulta, realisticamente parlando, una vittima della politica globalista ed ecologista, uno strumento pubblicitario per magnati che guidano correnti progressiste e mode redditizie.
L’ultimo video di Greta Thunberg ha suscitato scalpore e attacchi e ha inquietato. Si sta ripetendo la storia di Severn Cullis-Suzuki?
Indirizzandomi l’invito, il vescovo mi scriveva: “Vorremmo che lei ci offrisse una sua riflessione sul tema, da lei già sviluppato in altre occasioni, “Celebrare da cristiani nel nostro tempo”, aiutandoci a mettere a fuoco che cosa significa per le comunità e per i credenti vivere il gesto della celebrazione eucaristica, che di domenica in domenica, segna il ritmo e il cammino dei cristiani, dentro questo mondo, in questa età secolare”.
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