Il segretario generale della Cei ha aperto a Palermo l’incontro dei delegati diocesani per il Sovvenire. Il vescovo Negro: una testimonianza del nostro agire secondo il Vangelo.
Il Sovvenire come il talento evangelico, «per una Chiesa che restituisca in abbondanza al Padre quanto ha ricevuto, dopo averlo moltiplicato con il duro lavoro del servizio, condiviso tra i fratelli per lo sviluppo civile, morale e spirituale del nostro Paese». È l’indicazione del segretario generale della Cei il vescovo Stefano Russo, che ha aperto il convegno nazionale degli incaricati diocesani per il Sovvenire, ieri a Palermo.
La tre giorni di lavori farà il punto sul tema “L’8xmille per lo sviluppo”. «L’8xmille non è solo denaro affidatoci dai cittadini attraverso l’Irpef, ma è scuola di cittadinanza e buon uso delle risorse, segno di una Chiesa che costruisce relazioni, anche spirituali. Possiamo mostrare che l’uso dei beni in un’ottica cristiana crea sviluppo, apre prospettive sostenibili che ridanno dignità, creano giustizia. La sfida è la costruzione di un Paese non solo efficiente ma umano».
Il vescovo Russo ha scelto la metafora scritturale delle due città: Gerusalemme, fitta di contraddizioni ma madre di tutti i popoli che in essa si incontrano e in cui il Signore è presente, luogo della Risurrezione, da cui partono la missione e l’evangelizzazione; e Babilonia, crocevia di idolatria, lusso sfrenato, ingiustizia, oppressione. «La città terrena – ha detto, citando Agostino del De civitate Dei- il cui amore di sé giunge fino al disprezzo di Dio; e la città celeste, il cui amore di Dio giunge fino al disprezzo di sé. Papa Francesco ce l’ha ricordato nell’Evangelii gaudium: “La nuova Gerusalemme è la meta verso cui è incamminata l’intera umanità. La presenza di Dio in essa promuove il desiderio di bene. Non deve essere fabbricata, ma scoperta, svelata”».
Il segretario generale della Conferenza episcopale italiana Russo ha chiesto alla platea dei circa 200 incaricati diocesani, annunciatori di condivisione, di «continuare a formare su meccanismi e valori del sistema, insistendo sulla partecipazione alla firma, oggi ancora inferiore al 50%». Con lo sfilacciamento sociale si profila più difficile oggi quel «ministero di unità che nella società italiana la Chiesa cattolica ha sempre svolto – ha evidenziato nel suo intervento il presidente del Comitato Cei per il sostegno economico alla Chiesa e arcivescovo di Otranto, Donato Negro – fontana al centro del villaggio da cui tutti attingono acqua, diceva Giovanni XXIII. La sfida nel cambiamento d’epoca che viviamo non è impossibile. Il Sovvenire può dare freschezza alla nostra testimonianza, secondo l’immagine francescano-manzoniana del «mare che riceve acqua da tutte le parti, e la torna a distribuire a tutti i fiumi».
Già Rosmini indicava che la Chiesa non deve preoccuparsi innanzitutto di come avere di più, ma di come dare di più. Sta a noi essere riconosciuti non solo per le radici storiche, ma vivendo il presente secondo il Vangelo». Ha fatto il punto sulle nuove norme nel segno della trasparenza l’economo della Cei, il diacono Mauro Salvatore. «La promozione poggia su rendiconti efficaci, su bilanci diocesani sempre più coinvolgenti e comprensibili nella documentazione, su un’alta reputazione. Per questo ci siamo dotati di strumenti innovativi, di voci di spesa analitiche condivise in Commissione paritetica Stato-Chiesa e misurazione degli obiettivi raggiunti». Oggi le conclusioni di Matteo Calabresi, responsabile del Servizio promozione Cei, oltre al confronto con i sistemi Ue di sostentamento clero, affidato al vescovo delegato per il Sovvenire in Triveneto, Luigi Bressan, e all’analisi a più voci del valore sociale dell’8xmille, curata da un pool di economisti sociali.
Laura Delsere
9 ottobre 2019
https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/russo-l8xmille-scuola-di-buon-uso-delle-risorse