Processo a Caroline: folle novità

By 7 Novembre 2019Gender

Il processo contro Caroline Farrow, Direttrice di CitizenGO UK, ha preso una brutta piega...

L’udienza in Tribunale dei giorni scorsi avrebbe dovuto stabilire se Caroline ha violato o meno un ordine del giudice che le proibiva di nominare sui social network l’attivista transgender Stephanie Hayden (che la perseguita da mesi) e di rivolgersi nei suoi confronti usando il maschile (cioè il suo sesso biologico) anziché il femminile… ovvero come lui ‘si stente’.

Su cosa è fondata l’accusa di aver violato il divieto del giudice? Caroline ha scritto 4 commenti assolutamente generici su un forum online contro l’ideologia Gender e sul comportamento aggressivo di molti attivisti LGBT, che cercano di criminalizzare donne come lei per mettere a tacere qualsiasi voce critica. Uno dei commenti “incriminati”, per giunta, non riguardava nemmeno l’ideologia Gender…

Hayden ha usato questi commenti per denunciare Caroline per oltraggio alla Corte, cioè, sostiene, per aver violato l’ordine di non parlare di lui.

La cosa assurda è che questa persona non aveva nemmeno visto personalmente i commenti di Caroline; è stato un altro attivista LGBT a mandarglieli, dopo averli estrapolati dal contesto di una discussione in cui Caroline veniva provocata proprio per coglierla in fallo e denunciarla.

C’è un’altra beffa: l’attivista LGTB ha anche denunciato al giudice la petizione di CitizenGO per sostenere Caroline; diche che anche la petizione stessa è una violazione del divieto di parlare di lui. Ma la petizione non l’ha scrittà né mandata Caroline… siamo stati noi! Il divieto vale forse anche per me e te!?

Comunque sia, questo signore ha chiesto (e ottenuto!) di poter interrogare personalmente Caroline durante l’udienza, nonostante non abbia alcun titolo legale, e si è spinto fino a presentarsi all’improvviso a casa sua e della sua famiglia. Inquietante…

— E ora? —

A causa di una irregolarità durante il processo, il giudice non ha preso visione dei documenti di difesa di Caroline, non li ha letti e quindi l’udienza è stata rinviata a gennaio! Inoltre, il giudice ha ammesso le contestazioni contro la nostra petizione a sostegno di Caroline, e le ha aggiunte alle altre da esaminare.

Quindi ora Caroline non solo deve rispondere delle infamanti e false accuse iniziali, ma anche della petizione che CitizenGO ha inviato per sostenerla: il mio e il tuo sostegno, secondo l’accusa, dovrebbero essere un motivo in più per condannarla! Semplicemente folle…

In ogni caso, Caroline deve attendere fino a gennaio per la prossima udienza, in cui si deciderà se queste accuse sono fondate o no.

Tra l’altro, l’attivista LGBT Hayden si è portato in Tribunale dei sostenitori, un gruppo di fan estremisti che hanno aizzato in rete l’odio contro Caroline augurandole il carcere.

Caroline e la sua famiglia stanno passando settimane veramente difficili: questa madre di 5 figli tra qualche mese potrebbe finire in prigione per aver detto la sua opinione sull’ideologia Gender e per aver risposto alle provocazioni degli attivisti LGBT sulla rete.

Come se non bastasse, lo slittamento del processo sta aumentando le spese legali già onerose, per la gioia dei suoi accusatori che, oltre che in prigione, sperano di vedere Caroline e la sua famiglia sul latrisco…

Gli attivisti LGTB continuano a insultare e perseguitare Caroline sui social media, augurandole di finire in cella con messaggi e post disgustosi.

In sole 2 settimane 170,000 cittadini di tutto il mondo hanno firmato questa petizione a favore di Caroline, hanno fatto una donazione per le spese legali di Caroline e hanno dimostrato  supporto in diversi modi.

Lo scontro si sta intensificando. Non riguarda più solo Caroline, ma tutti noi, tutta CitizenGO. Tutti noi, che ci schieriamo contro l’ideologia Gender, siamo sotto attacco. Non possiamo lasciare Caroline da sola: dobbiamo reagire con ancor più nettezza.

La nostra coraggiosa direttrice delle campagne di CitizenGO per il Regno Unito e l’Irlanda – Caroline Farrow – rischia di finire in carcere per aver detto la pura verità biologica su uomini e donne!

Caroline è colei che ha aiutato la famiglia della piccola Tafida a sostenere la causa che gli permetterà di venire in Italia per essere curata all’Ospedale Gaslini di Genova — una donna straordinaria a cui dobbiamo tantissimo!

Proprio lei, il 15 ottobre si è presentata in Tribunale per difendersi dalle accuse di un aggressivo attivista transgender che ha tormentato lei e la sua famiglia per mesi e che chiede un risarcimento da parte sua di decine di migliaia di sterline e che sia mandata in carcere, sulla base di accuse ASSURDE — che ti spiego subito.

Chiedo intanto a tutti gli amici di CitizenGO di leggere bene questa storia e di schierarsi con la nostra coraggiosa Caroline, madre di cinque figli, per aiutarci a fermare l’abuso della Legge (e della decenza) in corso contro di lei per “punire” il suo coraggio di dire la verità.

Ti chiedo poi anche di pregare per la nostra collega di CitizenGO, per suo marito e i suoi figli — perché abbia forza, coraggio e pazienza… e buona sorte davanti al giudice.

— Ecco i fatti —

Questa brutta storia è iniziata lo scorso marzo, quando Caroline è stata indagata dalla polizia locale per aver definito l’intervento di riassegnazione del sesso eseguito su un ragazzo di 16 anni (ripeto: 16 anni!) come “castrazione”, “mutilazione” e “abuso di minori”.

Caroline stava criticando la scelta di Susie Green, leader di una lobby transgender nel Regno Unito, di far eseguire questo folle intervento chirurgico a suo figlio di 16 anni.

La signora Green aveva dovuto portare il figlio in Thailandia, perché l’intervento è illegale nel Regno Unito, e a causa del clamore e dello scandalo suscitato le autorità tailandesi hanno deciso di vietare questa operazione su minori di 18 anni nel loro Paese.

Da quel momento Caroline è diventata il bersaglio di una spietata campagna d’odio mossa dalla Lobby LGBT, determinata a fare tutto il possibile per mettere a tacere lei e chiunque come lei (e come noi) si oppone all’ideologia Gender.

Il 15 ottobre il caso di Caroline è giunto in Tribunale: accompagnamola in questa battaglia a difesa della libertà di espressione e dei diritti dei bambini, minacciati dalle Lobby LGBT:

Inizialmente, la polizia aveva deciso di archiviare le accuse contro Caroline; ma un altro aggressivo attivista LGBT, Stephanie Hayden, ha però deciso di prenderla di mira con una campagna di fango contro di lei portata avanti tramite diverse piattaforme e social network.

Caroline ha così iniziato a ricevere una quantità enorme di dichiarazioni aggressive contenenti minacce violente anche a sfondo sessuale, riferite persino alla sua famiglia e i suoi bambini piccoli — terribile.

Non solo: la famiglia di Caroline ha iniziato a ricevere molestie materiali, oltre che “virtuali”.

Per esempio, hanno iniziato a ricevere a casa – anche otto volte al giorno – consegne di cibo mai ordinato, ricevevano via mail le conferme di acquisti online mai fatti, e hanno trovato una marea di recensioni e dichiarazioni diffamatorie diffuse su internet sotto falso nome di Caroline — tanto che la polizia si è recata a casa sua per chiedere spiegazioni.

Gli attivisti LGBT si sono impossessati dei numeri di telefono e degli indirizzi mail della sua famiglia — generando il caos.

Temendo che potessero realizzare le loro minacce, Caroline si è rivolta ai suoi molestatori sui social network supplicandoli di lasciarla in pace.

A quel punto Stephanie Hayden, l’attivista LGBT che aveva scatenato il tutto, si è presentato a casa sua con una denuncia per presunte molestie, con lo scopo di usare la giustizia per perseguitarla e fargliela pagare.

L’intenzione è di intimidirla e silenziarla per dare a tutti noi una lezione su cosa accade a chi mette in dubbio i dogmi dell’ideologia Gender. Non possiamo arrenderci a questa meschinità. Tutti insieme (io, te e tutti noi di CitizenGO) dobbiamo provare a mettere fine a questa vergogna — prima del 15 ottobre (data dell’udienza).

— Due giorni dopo, con poco tempo per trovare avvocati e preparare una difesa, il Giudice ha deciso di dar credito alle accuse di Stephanie Hayden e ha espresso preoccupazione per il fatto che Caroline si fosse riferita a Stephanie come a un uomo, nonostante il ‘cambiamento di sesso’ per diventare donna, definendolo un comportamento ‘offensivo’. Il Giudice ha quindi vietato a Caroline di menzionare in futuro questa persona.

Hayden ha denunciato Caroline per un risarcimento di 100,000 sterline (circa 112,000 euro): sta cercando di stabilire un precedente nella giurisprudenza per rendere illegale riferirsi al sesso naturale di una persona transgender.

Non contento di aver tentato di rovinare finanziariamente la famiglia di Caroline (ha cinque figli piccoli), l’attivista LGBT sta anche cercando di mandare in prigione la nostra collega con la falsa accusa di aver violato i termini del divieto posto dal Giudice e di aver offeso la Corte per una battuta che Caroline ha fatto su un tortino di carne…!

La nostra coraggiosa attivista Caroline Farrow non può subire queste molestie e persecuzioni solo perché ha detto la pura e semplice verità — dobbiamo schierarci al suo fianco.

Questa denuncia è un abuso del sistema legale e della Legge a fini ideologici.

Caroline non è l’unica donna perseguitata da questo aggressivo attivista. Un’altra madre, Kate Scottow, è stata arrestata di fronte ai suoi figli e detenuta per 11 ore dalla polizia per aver attirato l’attenzione sul passato criminale di Stephanie Hayden e sulle attività commerciali, tutte di dominio pubblico.

Stephanie Hayden ha fatto causa ad altre tre donne per aver fatto la stessa cosa, perché non vuole che il suo passato riemerga.

La famiglia di CitizenGO non può permettere che i nostri ideali vengano messi a tacere e che i nostri eroi (come Caroline) vengano molestati, minacciati, citati in giudizio e persino messi in prigione per l’intolleranza disonesta degli attivisti e della Lobby LGBT.

Uniamo le nostre voci per chiedere che prevalga la giustizia e nessuno sia mai perseguito giudizialmente per aver detto che un intervento di riassegnazione sessuale eseguito su un ragazzo di 16 anni è “castrazione”, “mutilazione” o “abuso di minori”. Per aver detto la verità contro le lobby dell’ideologia Gender e in difesa dei bambini.

Filippo Savarese e tutta CitizenGO