Due ragazzi diventano amici affrontando il dolore che ha caratterizzato la loro vita fino a quel momento.
La storia di questi preti “è storia di un seme che – nella malattia, nella disabilità, nella sofferenza e nell’amore – germoglia e porta frutto, per il bene di tutti”, scrive De Carli nell’introduzione, prima di lasciare la parola ai 12 sacerdoti. E questo è davvero un libro nato dall’ascolto e dalla capacità di farsi prossimo a chi soffre.
Il film ha come centro un immaginato incontro umano e spirituale fra papa Benedetto XVI e papa Francesco.
Questo libro nasce dal desiderio di aiutare le persone a superare le immagini di Dio negative e malsane, che spesso hanno ferito la loro vita. Dinanzi alla situazione di queste persone abbiamo il dovere di chiederci: come è possibile fare una buona esperienza di Dio? È possibile annunciare Dio come una buona notizia?
Domenica scorsa, papa Francesco, si è recato a Greggio e ha firmato una Lettera Apostolica del titolo: “Admirabile signum “ per richiamare a tutti i cristiani l’importanza del presepio che il Pontefice ha definito un Vangelo vivo che racconta l’amore di Dio, che ci educa a contemplare il Signore Gesù. Leggi
Anche oggi molte “mamme sconosciute” prediligono “il loro tesoro”, esempio non abortendo nonostante le gravi malattie che le minacciano. Alcune sono morte, altre si sono curate in seguito, ma prima hanno privilegiato la creatura che portavano nel cuore oltre che nel grembo. A queste mamme vogliamo rendere omaggio ricordandone alcune, ben consci che sono molto numerose.
Uno studio condotto da ricercatori affiliati alla Harvard Medical School, alla Boston University School of Public Health e alla University of Michigan School of Public Health, pubblicato sull’American Journal of Preventive Medicine ha dimostrato che il 78 % degli studenti universitari che soffrono di problemi di genere presentano anche psicopatologie di altro tipo, tra cui depressione, ansia, disturbi alimentari, autolesionismo e tendenza al suicidio.
Le tragiche storie dei “detransitioner” continuano ad arrivare alla cronaca. Ovviamente non è un fenomeno di cui i media parlano con la stessa enfasi usata per raccontare le storie di “transizione” che, almeno nei primi anni, regalano effimera sensazione di aver portato la agognata serenità alle persone con problemi ad identificarsi con il proprio corpo. Oggi vi raccontiamo la storia di Debbie, pubblicata su Lifesitenews, che ha provato ad essere “Lee” per diversi anni cercando di riparare il trauma subito da ragazzina con ormoni e mutilazioni del suo corpo di donna.
Il gesuita padre James Martin su Twitter ha preso le difese della giudice lesbica, sposata con una persona dello stesso sesso, alla quale è stato fatto l’invito da padre Nolan a non presentarsi per ricevere l’Eucarestia. In alcuni tweet padre Martin ha fatto commenti che hanno fatto sbottare padre Dwight Longenecker tanto da fargli dire: “Martin è o stupido, o ignorante (e sappiamo che non è vero perché è molto intelligente e una persona erudita) o sta deliberatamente offuscando la verità, distorcendo la fede Cattolica e portando fuori strada le persone”.
I pentimenti per aver cambiato sesso in età adulta sono drammatici ma il rimorso degli adolescenti ingannati fin da piccoli è ancora più doloroso. Alla lista di quelli noti (che si allunga, vedi qui) si è aggiunto Nathaniel, 19 anni, che meno di un anno più tardi dall’operazione di rimozione dei genitali ha pianto amaramente: «Tutto questa storia è stata una terribile idea. Ho 19 anni e mi sento di aver rovinato la mia vita».