“Normalizzazione”, parola cara ad ogni dittatura, di ogni colore, che va a braccetto con “indottrinamento”: l’esito del tragico connubio è la soppressione delle libertà di pensiero e, quindi, di parola. È la nascita del “pensiero unico”, imposto con strumenti concreti ed evidenti, ma senza rinunciare a persuasioni occulte e messaggi subliminali, finalizzato a costruire una cultura acritica e diffusa, governata dal potente di turno. Si pensi alla cultura del “primato della razza ariana” e alla macchina da guerra culturale messa in atto da un certo signor Paul Joseph Goebbels, ministro della Propaganda e dell’Educazione del Terzo Reich: in soli 10 anni, la quasi totalità del popolo tedesco e una gran parte del popolo italiano si convinsero che eliminare gli “inetti ed inferiori” era opera legittima, anzi, virtuosa. Le vergognose “leggi razziali”, che oggi tanto esecriamo, non sono nate come un fungo, dalla sera alla mattina: sono il frutto di un indottrinamento a tappeto che giunse a pervertire il profondo del cuore di milioni di persone. Per dirla con il Giusti: “Vittime cieche di occhiuta rapina!” E certamente non da meno furono le “scuole di marxismo” del signor Stalin o i carri armati del signor Kruscev, che la mattina del 20 agosto 1968 entrarono a Praga con la parola d’ordine “normalizzazione”.
Dunque, normalizzazione ed indottrinamento sono l’esatto opposto del valore della libertà, di pensiero e di manifestazioni di esso, pilastro che fonda una vera società democratica, come dichiara l’art. 21 della nostra Costituzione. Tutti ci auguriamo (e preghiamo) perché questi tragici eventi non si ripetano mai più, ma la mala pianta della normalizzazione non ha perso le sue radici e continua a produrre quelle “colonizzazioni ideologiche” di cui ci ha tanto efficacemente detto il Santo Padre Francesco. E lo ha fatto, con grande chiarezza, riferendosi a quanto accade ai nostri giorni: la “guerra mondiale per distruggere il matrimonio .. ci sono colonizzazioni ideologiche che distruggono” (in Georgia, 2017) , in specifico lanciando l’allarme al diffondersi – strisciante, ma non troppo – dell’ideologia gender i cui assiomi sono una vera bomba messa nel cuore di quella specialissima istituzione sociale che è la famiglia “società naturale fondata sul matrimonio”.
Nell’occhio del ciclone, in prima linea, ci sta la scuola e l’educazione scolastica dei nostri figli. Numerose, purtroppo, sono le segnalazioni di percorsi educativi/formativi che – spesso mascherati da nobili motivi quali il contrasto ad ogni forma di discriminazione, violenza o bullismo, che non possono non vederci tutti assolutamente d’accordo – veicolano insegnamenti che hanno il forte sapore dell’indottrinamento ideologico. Si va dalla proposta fatta ai bimbi di scegliere a quale “genere” si vuole appartenere, partendo fin dalla scuola d’infanzia, dato che i generi non sono due (femmina e maschio) ma 58 o più, all’assunto che tutti hanno diritto ad avere un figlio – dalla compravendita di gameti alla incivile pratica dell’utero in affitto – senza che sia “naturale”, ma piuttosto “medioeval”, la tradizionale procreazione mamma/papà (femmina/maschio).
Si passa quindi all’idea che il sesso si può cambiare come e quando si vuole, perché in tema di affettività e condotta sessuale non ci sono regole e tutto va bene ed è “normale” (come dimenticare lo sproloquio di Benigni a San Remo?), fino a giungere al principio che non solo esistono vite indegne di essere vissute (gravi disabili, dementi, cerebropatici) ma che la propria stessa vita è commerciabile, disponibile e si può decidere di buttarla via come e quando si vuole. Leggi: cannabis, droghe, pornografia. E per chiudere: eutanasia…liberamente scelta, naturalmente!
In Emilia Romagna, comune di Ravenna, con i rispettivi patrocini, l’offerta formativa per scuole elementari e medie per l’anno scolastico 2019/2020, così suona: “decostruzione delle rappresentazioni delle varie identità sessuali… giuste informazioni relative all’orientamento sessuale, l’identità di genere e i ruoli di genere ..”. Nel ruolo di docenti, saranno “esperti” della galassia LGBT. E che dire di Roma, ove il Comune (Municipio Roma VII) ha dato il suo patrocinio ad un percorso destinato ai bimbi della scuola d’infanzia, fino agli alunni delle scuole medie, “di inclusione e amicizia per … bambin* e ragazz*” tenuto da “simpaticissime Drag Queen?”. Normalizzazione è la parola d’ordine. Basta cancellare ogni valore, basta confondere ogni mente e cuore, basta relativizzare tutto, corrompere le coscienze e – soprattutto – diffondere, indottrinare, nascondere ogni voce dissidente e se qualcuno osa non allinearsi, va isolato, denunciato perché divide, crea distanze, intralcia il “nuovo umanesimo”… e tutto questo la normalizzazione, l’indottrinamento, il pensiero unico non possono permetterlo.
“Mah, come la mettiamo con la democrazia? Con l’articolo 21? Nessun problema, c’è già pronto un bavaglio, un disegno di legge che ponga fine a questa intollerabile libertà”.
SABATO 29 FEBBRAIO 2020
MASSIMO GANDOLFINI
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