Dobbiamo espandere il nostro linguaggio etico perché contamini e determini il funzionamento di questi sistemi detti “intelligenti”. L’innovazione mai come oggi ha bisogno di una ricca comprensione antropologica per trasformarsi in autentica sorgente di sviluppo umano…
L’intelligenza artificiale va umanizzata e, soprattutto, va regolata. Questo il messaggio di fondo che emerge dall’assemblea annuale della Pontificia Accademia Pro Vita, sul tema Il “Buon Algoritmo”? Intelligenza Artificiale: Etica, Diritto, Salute (26-28 febbraio), appena conclusasi nell’Aula Nuova del Sinodo, alla presenza di studiosi di ogni ambito, provenienti da ogni continente. Un importante confronto di idee in merito ad un paradigma scientifico che si evolve a velocità impressionante e che ha coinciso con la sigla di due accordi: un’“intesa etica” tra Pontificia Accademia Pro Vita, Microsoft, IBM e FAO; un accordo tra Ospedale Bambino Gesù e IBM per accelerare la ricerca e la cura in campo pediatrico. Tra gli uditori dell’assemblea, La Nuova Bussola Quotidiana ha raccolto l’opinione di Filippo Maria Boscia, presidente dell’Associazione Medici Cattolici Italiani (AMCI) e membro della Pontificia Accademia Pro Vita.
Qualche volta mi capita di essere fuori comunità in giorno di domenica e quindi di dover cercare una celebrazione eucaristica nella città in cui mi trovo: una celebrazione eucaristica in una chiesa di cui non conosco né pastori, né popolo di Dio, in un orario compatibile con le mie esigenze di viaggio.