La storia. Così la forza della musica e l’amore hanno risvegliato Patrizia dal coma

By 8 Marzo 2020Testimoni

 

La storia, a lieto fine e sempre con la musica in sottofondo, di due fidanzati di Ancona.

I miracoli, se ci si crede davvero, avvengono. Patrizia e Patrizio ne sono un esempio. Una coppia giovane, unita da un grande amore, alimentato anche dalla musica. Un duo affiatato che canta, anima serate, due ragazzi felici. La vita, però, riserva anche amare sorprese. Patrizia viene colpita da emorragia cerebrale e finisce in coma. Un colpo tremendo. Patrizio non ce la fa a vedere la donna che ama e che vuole sposare in quelle condizioni. Lui, che ha dentro speranza da vendere, comincia a agire di testa sua, partendo proprio da quella musica che entrambi amano tanto. Così, mentre la vita di Patrizia è appesa agli apparecchi, in rianimazione, Patrizio insieme al cugino David e al suo amico Francesco, anche lui musicista, le fa ascoltare quei brani musicali che la donna durante le sue serate amava cantare con tanta passione e vitalità.

Qualcosa, così, comincia ad accadere: la musica agisce a tal punto da modificare i valori monitorati, i battiti del cuore sembrano seguire il ritmo delle note. La speranza si riaccende: Patrizio insiste, ama, spera, e tanti, tanti giorni dopo, ecco il primo miracolo, Patrizia riapre gli occhi, musica e amore la rianimano. Patrizio è al settimo cielo, è come se Patrizia fosse rinata per lui e con lui. È solo l’inizio, perché i medici, pur stupiti della ripresa, continuano a non concedere illusioni. «Sì, va bene, si è svegliata», ma il messaggio rimane sempre lo stesso: «Non si illuda…».

Patrizio è un ragazzo ostinato. Fa l’agente di commercio, vive ad Ancona. La sua fidanzata è ricoverata in un istituto di riabilitazione, a Porto Potenza Picena, in provincia di Macerata e per starle vicino fa il pendolare, due volte al giorno. È determinato e non si abbatte. Per comunicare con Patrizia comincia con piccoli esercizi: prima le palpebre, poi gli esercizi con la mano. Pronuncia l’alfabeto, scrive lettera per lettera il messaggio che Patrizia vuole comunicargli. Sono tante le cose che si possono fare quando l’amore, l’empatia e la sinergia hanno la meglio su tutto. Piano, piano, incredibilmente, sempre con la musica in sottofondo, Patrizia riprende alcune funzioni: vede meglio e dopo tantissimo esercizio, riprende l’uso di una mano e muove un piede. I giorni passano e Patrizio s’ingegna con la fantasia. Ferramenta, tecnologia, bricolage: fabbrica tanti ausili che possano servire a riattivare la grande voglia di vivere della sua fidanzata che, stimolata sempre di più, comincia un percorso di comunicazione e di esercizio, sia fisico che mentale, per stimolare gli occhi, la bocca, le mani e le gambe.

A oggi Patrizia ha scritto migliaia di fogli e anche se con difficoltà, ha anche ricominciato a parlare. Da poco ha cominciato anche a scrivere, scrive bellissime poesie, intense, profonde. Sembra un vulcano in attesa di eruzione… Vorrebbe parlare, tanto: cantare, tanto. Deve avere pazienza. Ora, dopo un lungo periodo, ha lasciato anche una seconda struttura di riabilitazione, nel capoluogo, dove ha conosciuto tantissime belle persone, sia nel personale sanitario, che tra i pazienti. Una è la signora Graziella, che per alcuni giorni è stata nella sua stessa stanza. È ammirata: «Questa avventura, chiosa, è frutto di un grande amore. A loro non servono occhi, non servono parole, si intendono al volo, parlano con il cuore». Patrizio e Patrizia adesso tornano a casa, fra mille difficoltà. Un’altra piccola grande vittoria. Si apre un’altra pagina della loro storia d’amore. Sono sicuri. Torneranno, lo speriamo, a cantare insieme. E per loro, per i tantissimi amici, sarà una festa straordinaria.

Vincenzo Varagona

8 marzo 2020

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