Cronache dalla quarantena. Questo non è proprio il momento di balle sentimentali. Se Cristo non fosse davvero risorto, nella faccia e nel corpo, quale speranza potremmo avere di stare insieme noi italiani?
#andratuttobene? Copio e incollo il commento di una madre, mia moglie, mammaoca.com.
«Andrà tutto bene è un imbroglio fatto ai grandi e soprattutto ai bambini, se non osiamo dire loro va tutto bene, ora. Come la mamma che di notte, il bambino ha la febbre alta, sta male e si sveglia e piange e la mamma lo abbraccia dicendogli va tutto bene figlio mio, va tutto bene, c’è qui la mamma con te, va tutto bene. In quel momento la mamma non sa se andrà tutto bene, non può saperlo, non dipende da lei (alle volte neppure dalla scienza medica), lo spera, prega che avvenga, quando non è col suo bambino magari piange, e spera, e prega, ci sono momenti che gli legge una storia e momenti che urla con Dio, ma sta col suo bambino. Oggi è questo momento, il momento del presente, dell’abbraccio, del riconoscimento di una presenza altra, che ci fa sperare, e ci fa dire ai figli vicini e ai lontani, va tutto bene. Senza questo abbraccio ora, pieno di speranza e inventiva, andrà tutto bene è menzogna».
Ma quale #andratuttobene. Dall’Alto Adige alla Val d’Aosta invitano i lombardi ad andarsene. D’altra parte, pure i sindaci della Valtellina, ovvero lombardi, richiedono uno schieramento di polizia per impedire l’arrivo di “turisti”. Per i governatori del Sud siamo “fuggiaschi”. Per il resto del mondo “focolaio” da isolare.
Capolavoro nel capolavoro di una gestione della crisi dove ciascuno è monarca assoluto a mammasua, è la notizia di ieri proveniente dal porto di Cagliari. Dove su istanza dell’autorità sanitaria della Regione Sardegna e autorizzati dal prefetto, i carabinieri del Nas hanno sequestrato un carico di guanti e mascherine chirurgici destinati ad essere venduti in Liguria. Non droga, ma prodotti di un’azienda sarda acquistati all’ingrosso da Genova. Il sequestro è avvenuto all’indomani di una dichiarazione di Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, a guida Lega come la Sardegna: «Domani, dopodomani e mercoledì aspettiamo carichi che ci siamo procurati da soli: uno sta arrivando dalla Sardegna e uno dalla Cina». Domanda: c’è ancora uno Stato, un governo, una legge in Italia?
La motivazione del sequestro avvenuto in Sardegna sarebbero le «indifferibili ed urgenti necessità di sicurezza pubblica connesse alla salvaguardia della vita e della salute, considerata altresì la condizione di insularità del territorio sardo che ne aggrava ulteriormente il reperimento». Il problema è: non vi potete parlare invece di farvi la guerra, per di più tra regioni a identica guida politica?
E non è che non si capisca la logica sanitaria e la paura semplicemente umana. Come dice il cantastorie, è un peccato morire.
Certo, “’a livella” viene per tutti. D’altra parte. In generale. È un peccato morire. Ma un conto è andarsene giovani e belli. Un altro canuti e stanchi. Tra le rughe e le lugubri occhiaie, visto che dopo l’età che aveva Cristo quando è morto, e per un virus che ci portiamo dentro tutti, poiché tutti – tutti! – siamo cattivi, dai 33 in avanti, lo sappia o no il botulino e il silicone che è in noi, non c’è altro che corruzione nella faccia e nei corpi di uomini e donne.
Ma se Cristo non fosse davvero risorto, nella faccia e nel corpo, quale speranza potremmo davvero avere? Speranza di stare veramente insieme noi italiani? Speranza di trattenere al di là di una tomba piena di lacrime, i tanto amati figli genitori mogli compagni? Mi vergogno come un Giuda per tutte le volte che penso e pratico l’illusione che la speranza venga dalla carne.
Ecco, non conoscevo Daniela, che ci ha lasciati ieri mattina alle 6.30. Ma conosco sua sorella maggiore, Paola. Una via crucis conclusa nella croce degli ospedali di questi giorni. Che i malati non di coronavirus devono necessariamente trattenerli ai margini delle grandi manovre che si tentano per arginare la nuova peste.
È un peccato morire. Ma se non ci fosse la morte come parte della definizione di una vita, cosa sarebbe la vita se non una condanna infinita? Questo non è proprio il momento di balle sentimentali. Bravo Davide Rondoni, che nell’anno 2020 di pandemia planetaria, ti è venuta in mente una poesia di preghiera da pellegrino medievale sulle tracce di Cristo. Poesia di preghiera che ciascuno può recitare. Tanto giovane è, e bella.
Luigi Amicone
17 marzo 2020