Elena Borghi parla del papà Giuseppe contagiato mentre svolgeva il suo servizio a Casalpusterlengo.
“Le mafie cambiano le forme, i campi di azione, le strategie criminali – parole durissime quelle del Capo dello Stato. Si insinuano nelle attività economiche e creano nuove zone grigie di corruzione e complicità. Sono un cancro per la società e un grave impedimento allo sviluppo”.
In prima linea, dove infuria la battaglia al virus, sono schierati medici e infermieri. Nei loro confronti tutti giustamente provano e dimostrano ammirazione, affetto e profonda riconoscenza. Curare le malattie e salvare vite, anche a costo di perdere la propria, di sacrificare se stessi e i familiari, è l’esempio lampante di che cosa significhi lavorare per una “missione” e non semplicemente svolgere una professione.
La Cina è vicina, da quando è scoppiata l’epidemia di coronavirus da Wuhan, è ancora più vicina. In Lombardia, al fianco del governatore della Lombardia, Attilio Fontana, sono comparsi i medici esperti inviati dalla Cina, che in conferenza stampa hanno detto che “c’è ancora troppa gente in giro” e che noi italiani abbiamo “ancora molto da imparare”. E da chi, se non dal regime totalitario più intrusivo del mondo, capace di catalogare i suoi cittadini con tecnologia a riconoscimento facciale? La conferenza stampa cinese a Milano fa parte di un’offensiva dell’informazione della Cina, che attualmente si considera come il primo Paese in grado di sconfiggere del tutto il nuovo morbo. Ma quanto fondate sono le informazioni di Pechino e quanto il loro modello è effettivamente efficace?
Ashleigh e Ged Barnett sono i genitori di una bambina di 13 anni che frequenta la Hoe Valley School di Woking, nel Surrey (UK). La ragazzina ha seguito, all’insaputa dei genitori, corsi LGBT dove ad esempio si chiedeva agli studenti di fingersi ragazzi del sesso opposto. Inoltre è stata affiancata da un tutor LGBT che, ad esempio, l’ha invitata a visionare un video di un trans che si sentiva soddisfatto della amputazione dei seni.
Il presidente della Comece, che riunisce gli episcopati dell’Unione, è in quarantena: l’unica cosa che ha messo tutti d’accordo è stata la chiusura delle frontiere ai cittadini non della Ue
L’igiene del corpo è necessaria, ma anche quella dello spirito. Perché mai come adesso è necessario stare vicini, contaminarci, non renderci immuni uno all’altro.
Una struttura temporanea per 90 ospiti che già vivevano nei centri diocesani, per consentire la permanenza nell’arco delle 24 ore. Mense aperte