Nella indimenticabile saga del “Mondo Piccolo” di Giovanni Guareschi, alcuni capitoli raccontano, tra cronaca e invenzione romanzesca, l’alluvione che nel 1951 devastò il Polesine. Un’alluvione che da quelle parti ancora ricordano, e che nella prosa di Guareschi aveva sommerso anche il paesino di Peppone e don Camillo. Tutti erano scappati tranne quel prete «alto come una montagna e dalle mani larghe come badili», rimasto al suo posto a celebrare la Messa da solo e a preparare tutto «per quando il grande fiume si ritirerà», suonando regolarmente le campane a scandire, ora dopo ora, i ritmi eterni anche di quei giorni desolati.