C’è un programma molto più ridotto che bisognerebbe tentare di concretizzare una volta esaurita l’ondata emergenziale e che
è costituito dai tanti nodi irrisolti non dei vizi genetici ma del cumulo di errori politici, istituzionali, economici, burocratici e strutturali compiuti negli ultimi due o tre decenni della vita nazionale e che è stato portato alla luce dalla crisi in atto.
Molte volte si è ripetuta la frase di Agostino Timeo Dominum transeuntem, temo il Signore che passa, aggiungendo il motivo di questa apprensione, et non revertentem, e che poi non ritorni. Si tratta della paura di non riconoscerlo, di non saper vedere i segni che ci lancia, di perdere l’occasione propizia, di non saper cogliere, ora, l’evidente kairologia di questo tempo.
Assicurare efficacia ai provvedimenti assunti per l’emergenza sanitaria in corso è uno degli obiettivi irrinunciabili per sperare in un contenimento del contagio. Obiettivo, però, che sembra ancora troppo lontano, soprattutto a detta dei Governatori e dei Sindaci delle comunità civiche più colpite, che possono monitorare in concreto l’effettivo modificarsi o meno dei costumi della relativa popolazione.
La Cei ha stanziato 13,5 i milioni di fondi 8xmille. Ma l’impegno del mondo cattolico è molto più esteso: stanze per la quarantena e i medici, respiratori e mascherine.
Racconterò una storia triste, ma con un lieto fine, c’è bisogno di ottimismo. Nella metà del Trecento la peste nera quella del Decamerone, arrivata sempre dalla Cina uccise circa 20 milioni di persone soltanto in Europa.
Si è molto parlato nei giorni scorsi dell’ultima esternazione di Giuseppe Conte. Sabato sera il premier ha scelto Facebook per parlare agli italiani, con i prevedibili rimbalzi sugli altri mezzi di informazione, in particolare la tv, che ha mandato in onda attraverso i suoi canali la diretta di Giuseppe Conte su quella piattaforma social.
La quarantena-quaresima ha risvegliato la comunità orante. Rileggere un vecchio saggio di Daniélou per illuminare il valore pubblico dell’orazione.
Sono almeno 14.854 i migranti entrati illegalmente in Europa attraverso il Mar Mediterraneo tra l’inizio dell’anno e la metà di marzo di quest’anno mentre i morti per naufragi sono stimati in 219. Lo ha riferito nei giorni scorsi da Ginevra l’Organizzazione
internazionale per le migrazioni (OIM) sottolineando che gli arrivi registrati costituiscono un incremento di quasi il 50% rispetto ai 10.771 casi riportati dalla stessa organizzazione nel medesimo periodo dello scorso anno quando i morti furono però 299 su 35.720 stimati dall’OIM dal 2014 a oggi.
I suoi sostenitori in queste ore lo ricordano come colui che portò avanti una lotta serrata a favore della vita nascente e morente e a favore della famiglia, durante tutta una lunga parabola temporale entro cui si accesero in Italia battaglie pro e contro il
divorzio, l’aborto, la fecondazione artificiale e le unioni omosessuali civilmente riconosciute.
Appello delle Pontificie accademie delle scienze e delle scienze sociali.