Carabinieri interrompono una Messa a Napoli; a Cremona fermato un fedele. Abusi di potere che i vescovi non denunciano. Eppure le chiese sono aperte e la preghiera è consentita. Il magistrato Rocchi: «Basta leggere la Direttiva del Viminale e comunicare che si esercita un diritto primario. Nessuna norma può autorizzare l’interruzione di una Messa, così è Stato di polizia». Ristabilire il diritto di culto: ecco perché l’autocertifcazione deve cambiare.
Dove vanno i bambini non nati, rifiutati, respinti, scartati? Ora Carlo Casini lo sa, li vede, li incontra, lui che della vita prenatale, degli esseri umani concepiti nel grembo in attesa di venire alla luce è stato il difensore a vita.
«L’iniziativa straordinaria per un momento straordinario» di don Francesco Gravino, parroco di Santa Maria della Salute a Napoli. «Quanta gente si affaccia al balcone».
Sta andando tutto troppo in fretta. La diffusione del virus. Ma anche la circolazione dell’altro virus, quello delle informazioni a ciclo continuo e dei social network che vanno in loop. In questo clima, in questi ultimi giorni di marzo, è quasi tutto quello che sappiamo…
Non avranno ragione i ministri israeliani e i tecnici inglesi quando dicono che per combattere il virus con efficacia il distanziamento sociale che deve essere imposto è quello tra i più esposti e i meno esposti? Una pista da seguire, anche per il dopo.
L’anziano papà di un nostro amico di famiglia è morto venerdì: abitava in provincia di Bergamo, nella zona più colpita dal coronavirus. Era stato per undici giorni in casa, con febbre alta e problemi respiratori, ma per il medico non era necessario né un tampone né una visita. Fino a quando la crisi respiratoria si è fatta molto grave; allora è arrivata un’ambulanza che lo ha trasportato in ospedale, dove però è giunto praticamente già morto. Quello che in altri tempi sarebbe potuto essere classificato come un caso di malasanità, oggi in certe zone è diventato purtroppo ordinaria amministrazione. E non è certo colpa dei medici; semplicemente negli ospedali non ci sono più posti e scarseggiano anche i sanitari, colpiti loro stessi in gran numero dal coronavirus.
Nelle narrazioni che circolano sui media e sui social, la strategia con cui l’Italia sta affrontando l’epidemia di SARS Covid-19 è la migliore possibile, un modello ovviamente invidiato e ammirato come tutto il resto del Made in Italy. Evidentemente si tratta di una delle forme di training autogeno messe in atto nel Paese, dai flash mob sui balconi ai video con canti patriottici che inondano whatsapp.
Nelle corsie degli ospedali o negli spazi della clausura, è grande l’impegno delle consacrate che molto spesso rischiano la vita, senza clamore né pubblicità