Pubblichiamo la lettera che il cardinal Raymond Burke ha scritto a tutto il popolo cristiano in occasione dell’emergenza Coronavirus che si è scatenata a livello mondiale.
In periferia di Roma un giovane con problemi psichici ha ucciso la madre. Solitudine e reclusione forzata possono essere una miscela distruttiva.
È morto a Roma a 85 anni dopo una lunga malattia. Magistrato, politico, protagonista del cattolicesimo impegnato nella società civile a difesa della vita nascente e contro l’aborto. Nel 1980 fonda il Movimento per la Vita, una realtà che ha ogni anno, tramite, i CAV, aiuta 20mila donne e ha fatto nascere 85mila bambini
Ciascun momento di preghiera è dedicato a un gruppo specifico di persone colpito dal Covid-19 e se una parrocchia non è dotata di campane, i fedeli potranno programmare le loro sveglie per ricordarsi di fermarsi a pregare negli orari prestabiliti. Le iniziative raccontate dal cardinale Blase Cupich.
Mi è accaduto nei primi giorni della diffusione del Coronavirus. Camminando per il paese mi sono fermato a parlare con diverse persone e… ho dovuto rendermi conto di un fenomeno che mi ha stupito moltissimo. Una dopo l’altra, quasi tutte le persone incontrate, parlando di questa epidemia, a un certo punto tirava fuori questa affermazione: «Siamo troppi, su questa terra».
Qualche giorno fa si sottolineava come l’obiezione di coscienza sia attaccata “dall’Europa al Sudamerica”. Uno dei casi portati come esempio del suddetto attacco globale, era quello del medico ginecologo argentino Leandro Rodriguez Lastra, giudicato e
condannato in seguito alla denuncia della deputata provinciale Marta Milesi (Rio Negro), che lo accusava di aver impedito un aborto non punibile a una giovane donna incinta, frutto di uno stupro nel 2017, e dell’inosservanza dei suoi doveri di funzionario pubblico.
Elena Borghi parla del papà Giuseppe contagiato mentre svolgeva il suo servizio a Casalpusterlengo.
“Le mafie cambiano le forme, i campi di azione, le strategie criminali – parole durissime quelle del Capo dello Stato. Si insinuano nelle attività economiche e creano nuove zone grigie di corruzione e complicità. Sono un cancro per la società e un grave impedimento allo sviluppo”.
In prima linea, dove infuria la battaglia al virus, sono schierati medici e infermieri. Nei loro confronti tutti giustamente provano e dimostrano ammirazione, affetto e profonda riconoscenza. Curare le malattie e salvare vite, anche a costo di perdere la propria, di sacrificare se stessi e i familiari, è l’esempio lampante di che cosa significhi lavorare per una “missione” e non semplicemente svolgere una professione.
La Cina è vicina, da quando è scoppiata l’epidemia di coronavirus da Wuhan, è ancora più vicina. In Lombardia, al fianco del governatore della Lombardia, Attilio Fontana, sono comparsi i medici esperti inviati dalla Cina, che in conferenza stampa hanno detto che “c’è ancora troppa gente in giro” e che noi italiani abbiamo “ancora molto da imparare”. E da chi, se non dal regime totalitario più intrusivo del mondo, capace di catalogare i suoi cittadini con tecnologia a riconoscimento facciale? La conferenza stampa cinese a Milano fa parte di un’offensiva dell’informazione della Cina, che attualmente si considera come il primo Paese in grado di sconfiggere del tutto il nuovo morbo. Ma quanto fondate sono le informazioni di Pechino e quanto il loro modello è effettivamente efficace?