Il 4 novembre scorso si è tenuta la 34esima sessione del Gruppo di Lavoro della Revisione Periodica Universale (Universal Periodic Review – UPR) che ha esaminato lo stato dei diritti umani in Italia, in seguito alla quale la nostra nazione ha ricevuto ben 306 raccomandazioni (nel 2014 erano state solo 186)
Dovremo capire lo scetticismo del mondo, smentendolo con i fatti.
Novecento milioni di dollari per raggiungere, in 22 nazioni, 43 milioni di persone vulnerabili, dipendenti dall’agricoltura e a rischio di crescente insicurezza alimentare acuta. È la richiesta di finanziamento contenuta in un appello lanciato in questi giorni dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao).
A furia di rincorrere la cronaca si rischia spesso di perdere di vista altre vicende non meno, anzi diciamo sicuramente più importanti di una pur grave epidemia. Ad esempio, il fatto che un uomo, un principe di santa romana chiesa, al secolo George Pell già capo della Segreteria per l’Economia, stia scontando una condanna a sei anni di carcere nella prigione di massima sicurezza di Barwon, in Australia, a seguito della sentenza emessa a dicembre 2018 che lo ha riconosciuto…
La mia quarantena israeliana? Una bellissima occasione per pregare di più»: la voce di monsignor Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico «sede vacante» ciel patriarcato di Gerusalemme dei Latini, arriva squillante dall’altro capo
ciel telefono, quasi sorridente.
È un momento difficilissimo ma anche per certi versi straordinario: i dottori sono tutti subissati di messaggi di solidarietà e di affetto. L’Italia è questa, divisa tra generosità, solidarietà e quotidiani egoismi.
Di fronte ad un paese immobilizzato, vorrei cominciare con le parole del direttore del dipartimento di malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, Amedeo Capetti, il quale, ricordando che l’epidemia italiana di Covid-19 è più seria di quanto si
aspettasse, invita anche a non ingigantire il problema.
In questi giorni di emergenza sanitaria, Francesco affida la città di Roma, l’Italia e il mondo alla protezione della Madre di Dio come segno di salvezza e di speranza.
E’ epidemia dunque. Meno mortale, per ora, di un’influenza stagionale. Ma potenzialmente devastante perché senza un sistema di propagazione noto. E nessun scienziato, commentatore o governo in grado di dire, oggi, come andrà a finire. Ma c’è una cosa invece che tutti sanno…
Oms e giornali di casa nostra elogiano il regime comunista per aver arginato l’epidemia. Dati, numeri e storie per smontare il «successo» di Pechino.