Una struttura temporanea per 90 ospiti che già vivevano nei centri diocesani, per consentire la permanenza nell’arco delle 24 ore. Mense aperte.
Ciò che è e fa la Chiesa, in ragione di Cristo, è indispensabile per il mondo intero. ‘Contra factum non fit argumentum’. Nessuna organizzazione nel mondo fa più lavoro nei settori dell’istruzione, della sanità, della riduzione della povertà, della cura della Chiesa cattolica, molti spesso grazie agli ordini religiosi.
Nel periodo che precede le elezioni, siano esse amministrative piuttosto che regionali o politiche, si riaccende un tema che merita attenzione e che più spesso dovrebbe essere al centro della riflessione di tutti coloro che si adoperano per il Bene Comune: il rapporto tra i cattolici e la politica. Questo mio articolo, volutamente pubblicato al termine della ultima tornata elettorale[1], vuole essere un breve contributo all’attuale dibattito che, troppo spesso, scende in logiche partitiche o faziose senza tenere nella dovuta considerazione l’importanza dell’insegnamento Magisteriale della Dottrina sociale della Chiesa.
L’epidemia da coronavirus ci sta facendo scoprire la nostra fragilità. Si tratta di una risorsa per aprire gli occhi. E magari anche le porte.
Una lettera ai parrocchiani per accompagnarli e aiutarli ad avere uno sguardo evangelico nel tempo della quarantena per l’emergenza coronavirus. Questa l’idea di un parroco del quartiere Monti di Roma.
Nel valutare la sospensione delle Messe “per il bene comune”, abbiamo visto che i cattolici si dividono in tre gruppi (clicca qui): c’è chi approva perché con la lotta umana al coronavirus il trascendente non c’entra nulla e i miracoli sono superstizioni; c’è chi
disapprova perché la Messa ha anche un valore civico di produzione di solidarietà orizzontale molto utile nei momenti difficili; c’è chi disapprova per motivi più radicali, perché pensa che anche per contagi ed epidemie i giochi veri si svolgano in Cielo, con
effetti poi ridondanti anche sulla terra.
L’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare (Uildm) ha diffuso una lettera-provocazione scritta da Gianni, un malato che si rivolge direttamente al virus «per portare il focus sulle persone più vulnerabili, come chi ogni giorno si confronta con una malattia neuromuscolare». Sono le persone fragili, dagli anziani ai disabili, a pagare il prezzo più alto di questa emergenza. Quelle da tutelare, e ascoltare, di più.
Tra turni massacranti, piccole e grandi rinunce in questi giorni funestati dal Coronavirus dobbiamo davvero dare un abbraccio (per ora virtuale) a medici e infermieri.
Per il porporato, arcivescovo emerito di Milano, la sospensione della Sante Messe per l’emergenza, in alcune regioni italiane, è opportunità per riscoprire la fame dell’Eucarestia.
Nell’accezione letterale più frequente, è “leggero” ciò che ha peso fisico limitato o irrilevante. Mentre, in senso figurato, la leggerezza equivale alla mancanza di presenza a se stesso, cui seguono comportamenti frivoli e avventati. È il caso in cui la leggerezza equivale alla superficialità.