Caro direttore,
ormai ogni giorno si sente parlare di tante persone defunte (per l’amor di Dio non parliamo di cadaveri) avviate, o poste in attesa, per la cremazione. E oggi, 31 marzo, leggo su “Avvenire” una breve notizia sulla pietosa restituzione delle ceneri delle vittime alle famiglie. Direi un atto dovuto, una minima consolazione per chi ha perso in queste tragiche circostanze i propri cari. Ma ho una domanda: è forse stata data disposizione per attuare unicamente la prassi della cremazione, magari perché più igienica e pulita? Dio non voglia, ma essendo purtroppo per età fra le persone a rischio, mi chiedo: e se io volessi essere sepolto nella terra del cimitero del mio paese? Alessandro Fumagalli
Posso assicurarle, gentile e caro amico, che anche in questo tempo di pandemia nessuno in Italia sta imponendo una presunta «prassi più igienica e pulita» di sepoltura. Sono state richieste non poche cremazioni, ma la grande maggioranza delle persone e della famiglie chiede una sepoltura che potrà esserci solo a emergenza finita. Non si preoccupi di questo: quando sarà – a Dio piacendo e secondo il mio augurio, tra molti anni – verranno rispettate le sue volontà.
Marco Tarquinio
1 aprile 2020
https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/siamo-in-un-tempo-di-epidemia-ma-non-c-ordine-di-cremare-i-defunti