Nuovo stanziamento della Chiesa italiana per la lotta alla pendemia. Aiuti per gli ospedali del Terzo mondo (5 milioni) e la formazione (un milione). Il totale degli interventi sale a 22,5 milioni.
La Cei stanzia altri 6 milioni di euro, provenienti dai fondi 8xmille, per l’emergenza coronavirus. Questa volta gli aiuti saranno finalizzati all’aiuto dei Paesi africani e di altri Paesi poveri nell’attuale situazione di crisi mondiale e conferma la vocazione della Chiesa italiana ad avere uno sguardo di solidarietà che non si esaurisce entro i confini nazionali, ma raggiunge da sempre anche le popolazioni più bisognose del pianeta. Con l’avvio dell’8xmille all’inizio degli anni ’90, poi, ai molteplici canali della carità operata soprattutto attraverso i missionari, si è aggiunto un intervento strutturale che in trent’anni assomma a quasi due miliardi di euro.
Con questo stanziamento salgono a 22,5 milioni i fondi 8xmille destinati a combattere il Covid-19. L’intervento economico è stato deciso, fa sapere un comunicato, “nella consapevolezza che i Paesi poveri incontrano ulteriori difficoltà nell’affrontare la pandemia e che la situazione, già drammatica”. E che dunque tale situazione “può divenire devastante”. Gli aiuti saranno distribuiti attraverso il Servizio per gli interventi caritativi a favore dei Paesi del Terzo Mondo e la Caritas Italiana, che sono stati incaricati di “elaborare una strategia d’azione urgente che intervenga sul piano sanitario e su quello formativo”.
La strada operativa individuata consiste nel sollecitare una manifestazione d’interesse da parte degli ospedali e delle istituzioni cattoliche operanti sul territorio.Con tale finalità, per gli interventi di tipo sanitario sono stati stanziati 5 milioni di euro, per quelli formativi 1 milione di euro, per un totale di 6 milioni di euro.Il primo obiettivo sarà quello di dotare le strutture sanitarie presenti in questi Paesi di dispositivi di protezione per il personale sanitario, indispensabile alla gestione dell’emergenza, e di strumenti terapeutici basilari per affrontare la pandemia.
“Saranno privilegiate – prosegue la nota della Cei – soprattutto le strutture più prossime alla popolazione, più periferiche, già facenti parte della rete delle realtà note e sostenute nel passato, dimostratesi efficaci ed efficienti. Saranno inoltre sostenute le iniziative che incentivano nella popolazione comportamenti atti a non favorire il contagio, oltre alla formazione e alla preparazione tecnica del personale sanitario”.
Le iniziative dovranno essere concordate con le Istituzioni pubbliche locali, nazionali, regionali e internazionali, con le autorità preposte, con tutte le realtà attive sul territorio negli stessi ambiti d’azione, allo scopo di favorire ogni sinergia, sia secondo le prassi ordinarie sia secondo quelle straordinarie richieste dalla situazione di emergenza.
Le richieste di finanziamento da parte dei soggetti interessati dovranno essere presentate, dal 14 al 30 aprile, secondo le modalità indicate nel sito www.chiesacattolica.it/sictm. Stanti la gravità e l’urgenza della situazione, i progetti dovranno essere finalizzati entro tre mesi dall’erogazione del contributo richiesto.
Come già ricordato la Cei ha finora stanziato 22,5 milioni di euro per l’emergenza coronavirus, tutti provenienti dai fondi 8xmille. Più precisamente:
6 milioni (in due stanziamenti distinti da tre milioni l’uno) sono andati a sostenere l’attività di alcuni ospedali presenti su tutto il territorio nazionale.
10 milioni hanno finanziato l’attività delle 220 Caritas diocesane, che li stanno usando per interventi di prima necessità, soprattutto a favore delle fasce più disagiate della popolazione.
500mila euro sono andati al Banco Alimentare per la distribuzione di vivere alle famiglie povere e senza reddito
Infine i 6 milioni stanziati oggi, 3 aprile 20202, sono destinati ai Paesi dell’Africa e del Terzo Mondo.
Mimmo Muolo venerdì 3 aprile 2020
https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/coronavirus-aiuti-cei-africa