Una percezione di vuoto e insieme un grande lascito per la Chiesa nel mondo arabo: questo sentimento si coglie ovunque e unanime, intrecciandosi nella preghiera di suffragio, per la morte, proprio la domenica di Pasqua in un ospedale di Roma, del
vescovo comboniano Camillo Ballin. Perché missionario per vocazione ed esperienza ha impresso un segno importante nella regione, specie nella penisola araba, in Egitto e in Sudan, grazie alla sua personalità dolce e autorevole, arricchita da una solida cultura filologica e storica, da lungimirante intraprendenza accademica e da un’alacre attività pastorale. Un suo amico e corregionale, mons. Giacinto Bulos Marcuzzo, vicario per Geriusalemme del Patriarcato Latino, lo ricorda come «persona buona, fedele e responsabile e sicura».