All’inizio lo stupore nel vederci arrivare era grande, infermieri, medici e Oss continuavano a chiederci: «Ma chi siete?»
Il caso lo ha risolto lo stesso don Lino Viola: «E’ abuso di potere». Più chiaro di così si muore, eppure il sacerdote che ha stoppato il carabiniere salito sull’altare per interrompere la Messa a Soncino (CR), sta passando lui per furfante della peggior specie. Per alcuni giornali, ad esempio, i quali ribaltano la frittata dicendo che è il prete a non aver ascoltato l’autorità e non invece il carabiniere a interrompere – sacrilegamente – la Messa. Ma anche per il vescovo di Cremona Antonio Napolioni che in una nota stampa lo ha letteralmente scaricato dandogli la responsabilità del misfatto.
La puntata di Report, il programma condotto da Sigfrido Ranucci su Rai 3, trasmessa il 20 aprile è francamente imbarazzante. Intitolata Dio patria famiglia Spa, è un’insalata mista di spezzoni mal cuciti (alcuni ripetuti pedissequamente da puntate precedenti, per esempio La fabbrica della paura, trasmessa il 21 ottobre) e giustapposti alla buona per suffragare un teorema preconcetto. Ma il teorema esiste soltanto nella mente di chi lo ha ideato e dunque gli spezzoni non ottengono affatto lo scopo, in alcuni casi facendo decisamente ridere (come quando il giornalista Giorgio Mottola e l’ex sottosegretario Armando Siri impiegano minutaggio prezioso per disquisire se il nome del presule americano di cui sotto si pronunci “bark” con la “a” o “burk” con la “u” giacché nessuno dei due sa che si pronuncia “bɜːk” con la vocale centrale semiaperta non arrotondata “ɜː”)
A causa della crisi da Coronavirus, vi sono situazioni drammatiche su tutto il territorio: mamme, nonni e famiglie che necessitano di beni di prima necessità ma non hanno soldi, o che non possono muoversi per comprare medicine o fare la spesa ed altro. Esiste qualche rimedio, quale “antidoto” a tutto questo? Per affrontare la crisi, nei limiti del possibile, Pro Vita & Famiglia ha lanciato una campagna di solidarietà che si chiama #AttiviamociperilBeneComune.
Quanto sta accadendo in queste settimane, l’imporsi della realtà, riaccende nell’uomo la domanda sul significato delle co
“Finora la morte riguardava sempre le generazioni future. Ora tocca a noi. Gli anziani? Solo un aspetto di quello di cui vorremmo liberarci”. Parla Rémi Brague.
Prima si aveva paura di criticare l’Islam, per timore di ritorsioni e di fatwe. Adesso gli stati hanno paura di criticare la Cina: la dittatura comunista è potente, arrogante, abituata a negare l’evidenza, menzognera come tutte le dittature: hanno addirittura avuto la faccia tosta di protestare quando in Italia avevamo chiuso i voli diretti, a gennaio, ricordate? Eppure da loro il contagio cresceva da tempo (ancora non siamo riusciti a capire da quanto).
Non recarsi in ospedale non può essere un dogma assoluto. La tempestività di intervento salvavita in caso di infarto è e resta decisiva, anche in tempi di pandemia. Occorre valutare seriamente il rapporto costo-benefici, perché il contagio da coronavirus non è l’unica minaccia da tenere lontana.
Da tempo si sapeva che nel mese di aprile sarebbero venute a scadenza le nomine nei posti di comando delle principali industrie a controllo pubblico, da ENI a Enel a Leonardo ecc.. Ma nessuno in Italia, almeno nessuno dotato di un minimo di buon senso, avrebbe pensato che i partiti di maggioranza decidessero di procedere a tali nomine proprio nel bel mezzo della pandemia da coronavirus. Dimostrando anche in questa occasione che, più che il bene comune, ciò che interessa realmente è la spartizione del potere. Potevano stabilire di prolungare di qualche mese la permanenza in carica dei precedenti amministratori (come in fondo si è fatto posponendo le elezioni regionali), almeno per salvare le apparenze e far pensare a tutti che tutti, anche i partiti di maggioranza, sono impegnati con tutte le energie a combattere il vero, grande male comune.