L’ex arcivescovo di Milano: “Ci vuole una maggiore umiltà. Non tutto è dominabile dalle pur spettacolari scoperte scientifiche”.
I cristiani nel Pakistan in quarantena a causa del coronavirus vengono discriminati anche nella distribuzione degli aiuti, riservati ai musulmani. «È disumano».
La querelle di cui stiamo per parlare ebbe inizio quando l’amministrazione veronese guidata dal sindaco Federico Sboarina, aveva impedito l’affissione di dieci manifesti dell’Uaar perché trasmettevano un messaggio “potenzialmente lesivo nei confronti di qualsiasi religione”.
Don Lino Viola non è solo. E non sono soltanto tantissimi fedeli a schierarsi dalla parte del parroco di Gallignano che si è rifiutato di interrompere la celebrazione della Messa di fronte all’irruzione dei carabinieri piombati in chiesa per la presenza di sei persone in più (familiari di vittime del coronavirus) rispetto al numero consentito. Dal Vaticano, infatti, arriva il sostegno senza se e senza ma del cardinal Konrad Krajewski.
Una delle cifre distintive dell’epidemia da coronavirus è la presenza insistente di “esperti”, la politica è arretrata in secondo piano apparendo sottomessa ad un’autorità superiore identificata con una generica scienza o meglio ad una sostantivata “La
scienza”.
Si avvicina la data del 4 maggio e, dunque, della fine del lockdown totale per l’Italia nel contrasto al nuovo coronavirus. Si entrerà, dunque, in una nuova fase che per adesso vede scoperte e poco tutelate i nuclei familiari. Massimo Gandolfini, presidente del Family Day-Comitato Difendiamo i Nostri Figli, ha definito le misure del governo per la fase due “totalmente prive di prospettiva familiare”. Pro Vita & Famiglia lo ha intervistato sul tema.
Gli insulti e le gaffe rivolti ad alcuni paesi europei non hanno trovato reazioni di sdegno: un silenzio che ci dovrebbe far riflettere.
La crisi economica determinata dalla pandemia, e il ritardo degli interventi del Governo, stanno determinando una crisi sociale senza precedenti dal dopoguerra. Il 41,9% degli italiani (25.2 milioni) si trovano, attualmente, in una condizione caratterizzata da gravi problemi economici, senza soldi per pagare affitti, bollette, mutui, spese mediche e rette scolastiche.
La cosa mi preoccupa pure da un punto di vista “professionale”: ho 80 anni e sono parroco di una parrocchia di 7mila abitanti, senza aiuto di altri sacerdoti (che non ci sono).