Che cosa è successo? Dove siamo precipitati? Sono domande poste da credenti e non credenti, smarriti e a volte angosciati. Siamo stati colpiti dalla pandemia, ma c’è stata anche un’epidemia della paura. Le stesse chiese si sono trovate inizialmente esitanti e poi si sono espresse con una voce tenue, consolatoria, sì, ma priva di una capacità di “guidare”, di discernere i segni dei tempi; senza una parola autorevole e performativa nei confronti dei fedeli e della gente. “Non mi è sembrato di aver udito nella chiesa italiana il pronunciamento di una parola autorevole, partecipe, consolatrice, ma anche profonda, illuminante, orientatrice”, ha scritto don Giuliano Zanchi in I giorni del nemico. Ancora una volta è stato papa Francesco, soprattutto con i suoi gesti, scaturiti dalla sua umanità profonda e dalla sua capacità profetica, a essere un riferimento affidabile, un intercessore presso il Signore, un pastore in mezzo al gregge.
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