CORONAVIRUS, L’OGGI E IL DOMANI: La sussidiarietà nella lotta per la salute – Riflessioni di Mons. Crepaldi(4)

Continuiamo l’analisi del Documento di Mons. Giampaolo Crepaldi, arcivescovo di Trieste.

Mons. Crepaldi nelle scorse settimane ci ha spiegato i motivi per cui “nulla sarà come prima”, che l’uomo dovrà instaurare  “un nuovo rapporto con la natura” che abbandoni il “naturalismo ideologico” e sette giorni fa ha evidenziato un valore societario fondamentale: “il bene comune”. Oggi ci parla di argomento poco conosciuto, o meglio poco presente nel nostro Stato: il principio di sussidiarietà, un cardine però della Dottrina Sociale della Chiesa.

Vorrei, prima di lasciare la parola a monsignor Crepaldi che declinerà l’argomento nella situazione attuale, chiarire rapidamente questo principio, che sollecita il potenziamento dei singoli e delle soggettività sociali che spontaneamente si aggregano per coordinare servizi finalizzati a promuovere quei diritti che la centralizzazione statalista e la burocrazia offuscano. Dunque, la sussidiarietà, sollecita che le autorità di “livello superiore” (Stato, Istituzioni pubbliche…) non interferiscano nell’autonoma competenza gestionale delle “organizzazioni sociali” (corpi intermedi, enti, associazioni…) ma le supportino economicamente poiché, quest’ultime, percepiscono e avvertono maggiormente le esigenze e sono più celeri nell’ organizzazione e nella gestione dei servizi sociali, sanitari ed educativi (scuole paritarie, istituzioni sanitarie e socio-sanitarie no-profit, servizi alla fragilità…). Il principio, inattuato nei primi decenni di storia della nostra Nazione, ha prodotto un dannoso statalismo, inflessibili amministrazioni e impersonali burocrazie che si propongono tuttora “disumane”, essendo fondate sull’anonimato e sul rapporto da persona a struttura. Preoccupazione espressa anche da san Giovanni Paolo II nell’enciclica “Sollicitudo rei socialis”. “Intervenendo direttamente e deresponsabilizzando la società, lo Stato assistenziale provoca la perdita di energie umane e l’aumento esagerato degli apparati pubblici, dominati da logiche burocratiche più che dalla preoccupazione di servire gli utenti, con enorme crescita delle spese”( n. 48). Il principio non elimina però la responsabilità di garante dell’autorità pubblica che conserva l’obbligo di offrire i livelli minimi di assistenza e di verificare l’attuazione dei diritti sociali. Pertanto, la sussidiarietà, si pone in polemica sia nei confronti dei regimi collettivisti che dell’individualismo e dell’esclusione sociale.

“La sussidiarietà nella lotta per la salute

La mobilitazione in atto contro la diffusione del coronavirus ha visto la partecipazione di molti livelli talvolta coordinati talvolta meno. Ci sono dei compiti diversi che ognuno ha svolto secondo la sua responsabilità. Una volta superata la tempesta questo permetterà di rivedere qualcosa che nella filiera sussidiaria non abbia funzionato a dovere e di riscoprire il principio importante della sussidiarietà per applicarlo meglio e applicarlo in ogni campo esso possa essere applicato. Una esperienza in modo particolare deve essere valorizzata: la sussidiarietà deve essere “per” e non come difesa “da”: deve essere per il bene comune e, quindi, deve avere un fondamento etico e non solo politico o funzionalistico. Un fondamento etico fondato sull’ordine naturale e finalistico della vita sociale. L’occasione è propizia per abbandonare le visioni convenzionali dei valori e dei fini sociali. Un punto importante messo ora in evidenza dall’emergenza coronavirus è il ruolo sussidiario del credito. Il blocco di ampi settori dell’economia per garantire maggiore sicurezza sanitaria e diminuire la diffusione del virus mettono in crisi economica, soprattutto di liquidità, le imprese e le famiglie. Se la crisi dovesse durare a lungo si prospetta una crisi della circolarità di produzione e consumo, con lo spettro della disoccupazione. Davanti a questi bisogni il ruolo del credito può essere fondamentale e il sistema finanziario potrebbe riscattarsi da tante e riprovevoli dilapidazioni interessate del recente passato.”.

(https://www.diocesi.trieste.it/2020/03/20/coronavirus-loggi-e-il-domani/)

Fine quarta parte (continua)