Nature, la prestigiosa rivista scientifica rilancia l’Appello di Roma del 28 febbraio scorso per una “algor-etica”: il documento firmato dalla Pontificia Accademia per la Vita, Microsoft, IBM, la FAO e il Governo italiano.
“Contributi della Chiesa cattolica alle riflessioni etiche nell’era digitale”, è il titolo dell’articolo scritto da un gruppo di esperti della Pontificia Accademia per la Vita (PAV) e pubblicato nell’ultimo numero di “Nature Machine Intelligence”, la rivista che copre un’ampia gamma di temi etici, argomenti di machine learning, robotica e intelligenza artificiale. Per gli appassionati e gli esperti della materia sono già parecchi gli indizi che riportano alla mente il 28 febbraio scorso.
Con lo sguardo a Roma
Per chi ha meno dimestichezza con l’Artificial Intelligence, ricordiamo la firma – avvenuta appunto a Roma il 28 febbraio 2020 – del documento Call for an AI Ethics, un vero e proprio appello per un’etica dell’intelligenza artificiale. La Carta è stata sottoscritta dall’Accademia per la vita, i vertici di Microsoft, di Ibm, con la partecipazione del Parlamento europeo, della Fao e del Governo Italiano. Obiettivo: garantire un futuro in cui l’innovazione digitale e il progresso tecnologico siano al servizio del genio e della creatività umana e non la loro graduale sostituzione.
Etica aperta al futuro e dialogo
L’articolo, che riporta la riflessione del gruppo multidisciplinare sulla robot-etica attraverso l’esplorazione di temi come la personificazione, la mediazione e l’intelligenza, fa ovviamente riferimento alla Call for an AI Ethic. Evidenzia come l’antropologia cristiana promuova un’etica aperta al futuro con un atteggiamento verso la scienza e la tecnologia fondamentalmente fiducioso e disponibile. Sottolineata anche l’importanza del dialogo già iniziato tra gli esperti di tecnologia e i ricercatori in scienze sociali che, viene auspicato, dovrebbe estendersi fino a includere riflessioni in campo filosofico e teologico con beneficio per tutti.
Progresso tecnologico, ambiente ed equità
Le osservazioni conclusive sottolineano che l’innovazione digitale e il progresso tecnologico devono contribuire allo sviluppo e al beneficio umano – in particolare dei potenziali esclusi – e nel rispetto dell’ambiente. I vantaggi devono essere peraltro realizzati attraverso azioni eque, una cooperazione globale e inclusiva e attraverso il potenziamento di un dialogo tra le confessioni religiose ottenuto anche grazie ad eventi scientifici e pubblicazioni. Il PAV, viene ricordato, partecipa in modo propositivo, con coraggio e discernimento a questa sfida sociale e storica che sottointende profonde trasformazioni.
Emanuela Campanile
17 maggio 2020
https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2020-05/intelligenza-artificiale-chiesa-scienza.html