Nel partito che governa Milano c’è ormai un clima antilombardo tale da portare fuori dalla realtà perfino una brava persona come la consigliera Arienta.
Alle 23.17 di domenica 24 maggio la consigliera comunale Pd di Milano Alice Arienta, presidente della commissione Innovazione, trasparenza e agenda digitale, non aveva nulla di meglio da fare che pubblicare il seguente stato di Whatsapp: «AAA cercasi positivo per andare assieme a contagiare Gallera». Giulio Gallera, assessore alla Sanità lombarda che i Migliori hanno messo nel mirino così, tanto per fare politica speculando sui poveri morti della Lombardia. Potete immaginare che casino sarebbe successo se un leghista avesse pubblicato un post del genere proponendo di andare contagiare il sindaco di Milano?
Conosco l’Arienta. È mamma di due bambini, molto cattolica e molto socialmente impegnata per i piccini e per i poverini. Cosa c’entra una bestialità del genere con una signora tanto gentile e così di buona famiglia? Niente. Non c’entra un fico secco. Evidentemente c’è un clima dentro il suo partito che la condiziona al punto da farle perdere il senso della realtà.
Sembra il Fatto quotidiano del giorno dopo che titola a tutta pagina: “Gallera si dimetta”. Mamma che paura. Chi ha fatto la spia al direttore? Lo sapete no? Anche tra i magistrati si diffonde il terrore al solo sentir citato quel nome che una famosa pm pronunziò per minacciare nientepopodimeno che il collega magistrato dottor Luca Palamara, già membro Csm e già al vertice dell’Associazione nazionale magistrati. “Guarda che lo dico a Travaglio”.
Nella momentanea vacanza di Marco Travaglio è Selvaggia Lucarelli che nell’edizione del Fatto di ieri comunica in prima pagina a Gallera che dovrebbe spaventarsi se non decidesse di dimettersi da assessore. Selvaggia Lucarelli? Esatto. La stessa che giusto qui ricordavamo incrociò nel 2016 la sanità lombarda sub specie la piscina di un condannato per corruzione nello scandalo sanità lombarda. Piscina meravigliosa di una spaziale villa in Costa Smeralda di un amico di Roberto Formigoni. Entrambe, villa e piscina, sotto sequestro giudiziario della procura di Milano.
Adesso la Lucarelli argomenta che la sanità lombarda deve liberarsi del suo assessore, titola il suo pezzo di appoggio alla prima anti Gallera, perché «è più contagioso del virus». E ancora una volta siamo nello stile del giornalismo deontologicamente rispettoso delle persone anche quando non ne condivide le idee o le azioni politiche. Conforta che le argomentazioni della Lucarelli siano state riprese dall’autorevole ilnapolista. E soprattutto dal paludato lalaziosiamonoi. Dove «Selvaggia Lucarelli, notoriamente, non è una giornalista che manda a dire le cose. Nelle ultime settimane, sia su Tpi che sulle pagine de il Fatto quotidiano, la scrittrice ha più volte criticato la gestione della Regione Lombardia dell’emergenza coronavirus». La “scrittrice” che sa nuotare molto bene nelle ville dei condannati amici di Formigoni della sanità lombarda.
Dopo di che il sindaco di Milano dei like molto istituzionali contro l’assessore alla Sanità lombarda e contro il governo della Lombardia, riesce nello stesso giorno a fare una grande intervista a Repubblica e una grande comunicazione di servizio al Corriere della Sera. Non capitava da 24 ore. Giova ripetere che Beppe Sala è portato sulla palma della mano e pure sulla punta di uno stuzzichino al salmone dai giornali che si portano agli aperitivi Zingaretti? E comunque Beppe Sala ha rivelato con semplicità e modestia a Repubblica che ci vuole un governo di «capaci». Governo che lo stesso Sala traduce con «tecnici». E questa è una posizione veramente originale (come minimo Sala sembra auspicare un Mario Monti bis).
Mentre il Corriere della Sera informa dell’ennesima ramanzina che il sindaco di Milano ha rivolto agli assembramenti degli scostumati (e questa è un’altra pagina originale di Sala versione paparino arrabbiato: «Un altro weekend così non è tollerabile!»).
Tal che ho capito chi è quel genio che ha insufflato all’orecchio del ministro Francesco Boccia la straordinaria idea di sessantamila operatori antiassembramenti e controllori della distanza sociale. Che come osserva il nostro amico Fabio Cavallari ci faranno compagnia al mercato e agli aperitivi Zingaretti con metro e bindella. Bella la precisazione del ministero: «Saranno volontari non pagati». Voglio vederli. Vi immaginate? C’è gente che non aspetta altro che rompersi le scatole e romperle agli altri. E gratis, per giunta. Se trovano 60 mila “distanziatori di legalità”, giuro che mi faccio prete zoroastriano.
Luigi Amicone
26 maggio 2020
«Andiamo a contagiare Gallera», si scherza tra “i Migliori” del Pd