Verità e Bellezza nell’azione pastorale di Montini, poi papa Paolo VI, dentro la realtà del mondo e della Chiesa.
A leggere i giornali sembra che la preoccupazione degli italiani sia tutta concentrata sulla cosiddetta fase due e le sue evoluzioni, si può uscire di regione o no, si può stare sulla spiaggia ma quanto distanziati, gli alcoolici si possono acquistare ma solo fino a che ora, la mascherina bisogna ancora metterla? A me pare invece che il sentimento prevalente sia un’altro, che chiamerei disagio. Non siamo, o non siamo ancora alla rabbia, alla rivolta che alcuni hanno evocato, soprattutto se la crisi economica dovesse precipitare.
Vuole trascinare il governo inglese in tribunale per affossare la legge sull’aborto, o almeno una sua parte. Tutto si può quindi dire tranne che la britannica Máire Lea-Wilson, 30 anni, contabile di Brentford, Londra, difetti di coraggio. Sì, perché questa
battagliera madre di famiglia sembra davvero intenzionata ad andare fino in fondo, spinta da una forza incontenibile: l’amore per il figlioletto Aidan, nato nel giugno 2019 non grazie bensì nonostante le indicazioni sanitarie.
Il contributo straordinario – dai fondi dell’8 per mille – sosterrà persone e famiglie in situazioni di povertà, enti e associazioni impegnate nell’emergenza e enti ecclesiastici in difficoltà.
Lo scorso 12 maggio è stata proposta al Consiglio Regionale della Toscana una Risoluzione riguardante l’applicazione della legge n. 194/1978 sulla interruzione volontaria della gravidanza (IVG). I firmatari sono cinque esponenti di diversi gruppi regionali, riconducibili alla maggioranza di governo, eletti in liste di sinistra e del Movimento cinque stelle. Si tratta di una proposta che vorrebbe risolvere il problema del numero eccessivo di obiettori di coscienza rispetto alle IVG, che impedirebbe la regione la corretta applicazione della legge sull’aborto. Il condizionale è d’obbligo, perché il problema, semplicemente, non esiste né in Italia né tantomeno in Toscana.