Se a rapire un cittadino italiano sono mafiosi, criminali, banditi, lo Stato blocca i beni della famiglia. Agisce così da decenni, da quando i rapimenti erano merce ordinaria, praticata anche fuori dalle tradizionali terre in cui prosperava la criminalità organizzata. Così, il pagamento di riscatti è scomparso dalle cronache nere sui mezzi d’informazione. Identico comportamento, invece, lo Stato non ha ritenuto di applicarlo quando il versamento del riscatto è chiesto alla Repubblica Italiana.
Il paragone fra pandemia e guerra credo non si possa fare. E a tutti quelli che continuano a farlo vorrei ricordare che i morti della seconda guerra mondiale furono circa cinquanta milioni. Il paragone sul dopo, quello, mi pare possibile.
Un pasticcio in cui non tornano diverse cose (il numero, il senso del decreto Bonafede). E la famosa indipendenza della magistratura?
La pandemia di Coronavirus ha fatto inceppare gli ingranaggi del business dell’utero in affitto. I bambini nati da madri surrogate e commissionati da ricche coppie sia etero che omosessuali non possono essere consegnati al committente, a causa della chiusura delle frontiere nazionali, sancita da quasi tutti gli Stati del mondo, come risposta per il contenimento del Covid- 19.
L’epidemia di Covid-19 rallenta e il tema dell’immigrazione illegale torna prepotentemente a prendere posto nel dibattito politico e mediatico su ben due fronti contraddistinti. Innanzitutto quello degli sbarchi illegali che a Lampedusa e in Sicilia continuano ormai senza sosta dopo che il Governo Conte ha reso lettera morta il decreto firmato da ben quattro ministri con cui a inizio aprile aveva stabilito lo stop all’accoglienza degli immigrati illegali a causa dell’emergenza sanitaria.
La sanatoria degli stranieri irregolari nell’emergenza coronavirus trova molti d’accordo, ma non il M5s. L’esempio del 2002
La terribile situazione di chi raccoglie frutta e verdura per garantire il cibo nei supermercati: stranieri che vivono ammassati nelle baracche senza possibilità di rispettare le norme di sicurezza e senza protezioni.
Il gesuita romano è stato sequestrato in Siria nel 2014. Insieme al prete catturato in Niger nel 2018 c’è anche Nicola Chiacchio.
Dopo 18 mesi di prigionia, la giovane milanese volontaria in Kenya è stata rilasciata e ricondotta alla sua famiglia di origine. Riaperto l’annoso dilemma dell’ammissibilità di trattative fra uno Stato e dei terroristi, ma uno degli elementi maggiori in gioco è dato dalla conversione della giovane, che si fa ora chiamare Aisha, all’islamismo.