«Chiedendo aiuti al Mes finiremmo come la Grecia!» Quante volte questa frase è risuonata nelle televisioni, nei dibattiti politici, nei discorsi degli italiani. Come una specie di moderno Attila, un flagello di Dio che non fa più crescere l’erba dove mette piede…
Una cosa è persino più odiosa dell’aborto: il tentativo di imporlo ai non abortisti. È questo ciò che oramai da anni sta accadendo, negli Stati Uniti d’America, alle Piccole Sorelle dei Poveri, un ordine di suore fondato nel 1839 in Bretagna da santa Maria della Croce (Jeanne Jugan, 1792-1879) per la cura degli anziani. Tutto sembrava essersi concluso, felicemente per le suore, il 6 ottobre 2017, grazie a un’ordinanza emessa dall’Amministrazione retta dal presidente Donald J. Trump, ma non è così. Pochi giorni fa, infatti, mercoledì 6 maggio, il caso delle Sorelle è tornato davanti alla Corte Suprema federale.
La nascita di nuovi confini. L’esodo dalla città verso le piccole località. Le politiche di controllo degli spostamenti. Previsioni d’antropologo sulle frontiere di domani.
Intervista a Monsignor Augusto Lojudice.
Si continua a parlare di una sanatoria per gli immigrati irregolari, ma si potrebbero utilizzare altri strumenti in modo più efficace.
Tiene banco la questione del plasma iperimmune con anticorpi policlonali, quella che ad oggi sarebbe la cura più efficace contro il coronavirus. Tiene banco anche per la denuncia del dottor GIuseppe De Donno, direttore di Pneumologia e Terapia intensiva respiratoria del Carlo Poma: “Non abbiamo un decesso da un mese. I dati sono splendidi. La terapia funziona ma nessuno lo sa”. De Donno, in buona sostanza, spiega che governi stranieri si sono rivolti a lui per la cura mentre, in Italia, nessuno gliene ha chiesto conto.
Questo finanziamento dovrebbe essere indirizzato a chi nel nostro Paese sta brillantemente applicando metodi terapeutici che stanno dimostrando grande efficacia. Da giorni si parla degli ospedali di Pavia e di Mantova dove si sta utilizzando il
plasma iperimmune dei pazienti guariti. Il protocollo prevede il prelievo del plasma, tramite procedimento di plasmaferesi, da un gruppo di pazienti COVID-19 donatori la cui guarigione sia accertata da due tamponi negativi effettuati in due giorni consecutivi. Tali donatori hanno quindi sviluppato degli anticorpi contro il virus Sars-CoV-2.
L’Ungheria del Primo Ministro Viktor Orbán si oppone ancora una volta all’ideologia gender.