La Cina cerca di rimodellare ciò che resta della globalizzazione attraverso una «Via della Seta della salute». L’Italia è uno dei punti di partenza.
Coloro che conoscono la storia avendola studiata e approfondita e la interpretano “obiettivamente”, ben sanno che nel corso dei secoli numerosi religiosi o scienziati cristiani fornirono notevoli contributi alla scienza, alla medicina e alla cura.
I cristiani in Nigeria rappresentano il 47% della popolazione, sono intorno ai 95 milioni. Dalla comparsa dell’organizzazione islamica terrorista radicale di Boko Haram sono stati circa 27.000 i cristiani vittime di questo gruppo.
Durante le esequie di Giovanni Paolo II si sono affacciate alla mia mente le immagini di tante celebrazioni all’aperto, anche sotto la sferza del sole oppure flagellate dall’inclemenza degli elementi, con la partecipazione di moltitudini di fedeli stretti attorno al Papa nei numerosi viaggi intercontinentali che, per suo incarico, ho avuto l’onore e l’onere di organizzare. Nelle acclamazioni, non usuali per un rito funebre, che più volte hanno interrotto l’omelia pronunciata dal card. Ratzinger, mi è sembrato di cogliere l’eco delle tante feste di popolo alle quali ho assistito sotto le latitudini più diverse. Mi è sembrato di rivedere i volti delle persone semplici, ma di fede viva, particolarmente di quelle che vivono in condizioni disagiate, che con tanto calore gli dimostravano il loro affetto.
L’inopportuna satira sul look di Giovanna Botteri.
Fu nella cattedrale di Czestochowa, davanti a tutti i vescovi del Paese, che Giovanni Paolo lanciò il suo primo solenne appello all’«unità fondamentale» del Vecchio Continente, malgrado l’allora profonda divisione ideologica tra est e ovest. Quel giorno il fondamento unitario da lui indicato, alla luce della storia, era anzitutto quello spirituale d’ispirazione cristiana, perché «le sole ragioni economiche e politiche non sono in grado» di garantire unità e stabilità.
Come l’epidemia ha distrutto le certezze della regione più ricca e popolosa d’Italia.
In tempi normali la burocrazia ferisce e danneggia, in questa situazione disperata la burocrazia uccide.
Natascia racconta come dietro un presunto diritto si nasconda un inganno fatto di pressioni, ricatti, solitudini e scarsissima informazione.